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COST. Che diamine ha Mariuccia?
FELIC. Sentite, dove si caccia l'ira. Mio marito è un uomo che gli piace barzellettare, ed ella crede sia di lei innamorato, e pretenderebbe ch'io ne fossi gelosa. L'ho sofferta per amor vostro, per altro...
COST. Compatitela, non ha giudizio, orsù, la lettera è andata. Non l'ho scritta io di mia mano, perché se mai si venisse a scoprire, non voglio che il mio carattere mi condanni. Mia zia mi ha fatto ella il servizio. Io l'ho dettata, ed essa l'ha scritta. Ma che termini vi ho messo dentro! che amori! che tenerezze! Vi prometto, che quando la legge, ha da rimanere incantato. Di più sentite il bel pensiere che mi è sopravvenuto. Gli ho scritto nella lettera, che l'amante incognita anderà mascherata a ritrovarlo al caffè, ed acciò ch'egli la possa conoscere, avrà ella in petto un nastro color di rosa. Ora, per farlo un po' taroccare, facciamo così, signora Felicita. Mettiamoci al petto tutte due un nastro color di rosa compagno; eccoli qui, uno per voi, e un per me; andiamo poscia al caffè tutte due mascherate, e godiamo la bella scena. (si puntano i nastri al petto)
FELIC. Sì sì, ci prenderemo un poco di spasso. Ma ditemi, cara amica, questa burla che vogliamo fare al contino Rinaldo, che la facessimo al cavaliere Odoardo?
COST. Eh, col Cavaliere non mi ci metto; la sa più lunga di noi.