Carlo Goldoni
Le donne di buon umore

ATTO PRIMO

SCENA SETTIMA   Dorotea, Pasquina e dette

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SCENA SETTIMA

 

Dorotea, Pasquina e dette.

 

DOROT. Oh di casa. Ci è nessuno?

FELIC. Sentite. (a Costanza)

COST. È la signora Dorotea; ed è colla figliuola.

FELIC. Già si sa, madre e figlia sono sempre in giro.

COST. Venite avanti, signora.

DOROT. Serva sua, signora Costanza.

COST. Serva sua, signora Dorotea.

PASQ. Serva divota. (a Costanza)

COST. Serva umilissima. (a Pasquina)

FELIC. Serva loro. (a Pasquina e Dorotea)

DOROT. Serva obbligatissima. (a Felicita)

COST. Siete per tempo in maschera. (a Dorotea)

DOROT. Che volete? Io faccio per dar piacere alla mia figliuola.

FELIC. E intanto vi divertite anche voi.

DOROT. Eh, per dire la verità, il divertimento non mi dispiace.

COST. Sedete, se comandate.

DOROT. Sì signora, sono un poco stracchetta.

COST. Anche voi, signora Pasquina.

PASQ. Oh, io non sono stanca.

COST. Eppure la notte passata avete tanto ballato.

PASQ. Anche ora ballerei, se potessi.

DOROT. Via, mettetevi a sedere, obbedite. (a Pasquina)

PASQ. Questa sera, signora madre, ci torneremo al festino?

COST. Noi ci andiamo, conducetela ancora lei.

DOROT. Sì, volentieri. Sapete che io non ballo, ma mi diverto a vedere; mi piace star a osservare le belle scene.

FELIC. Eh già; chi non balla, sta a segnar le caccie, e a sindicare sui fatti altrui.

DOROT. Ieri sera ho veduto delle gran cose. Avete osservato la signora Lucrezia, che abiti, che gioje! Io non so come faccia.

PASQ. E con tutti i suoi abiti e le sue gioje balla così male, che non si può far peggio.

DOROT. Eh, se non balla bene, che serve? Sa ben fare la graziosa, e tutta la conversazione era intorno di lei.

COST. Propriamente mi aveva stomacata con quei complimenti affettati.

FELIC. E pur, quando parla, tutti stanno a bocca aperta a sentirla.

PASQ. Se ne burlano.

COST. La corbellano.

DOROT. Non fa ella propriamente crepar di ridere? Osservate com'ella fa. (caricata) Divotissima, obbligatissima; si accomodi qui, favorisca di qua. Per ora non ballo. Sono un poco stanchetta. Mi favorisca il ventaglio; obbligatissima alle sue grazie.

COST. Brava, brava da vero. È proprio la sua medesima caricatura.

FELIC. E cosa dite della signora Fulgenzia, che stava ritirata nel canton della sala?

DOROT. Oh quella poi, mi capite... lo saprete... aveva vicino... già mi capite...

FELIC. Sì; so ogni cosa.

DOROT. E voi? (a Costanza)

COST. Raccontatemi.

PASQ. Ci è qualche novità della signora Fulgenzia? Si è forse fatta la sposa? (a Dorotea)

DOROT. Statevi zitta, che voi non ci entrate. (a Pasquina) Era vicino di lei quell'amico...

COST. Chi?

FELIC. Quel mercante. (a Costanza)

DOROT. Quello che ha speso tanto? (piano a Costanza)

FELIC. Che or ora l'ha mandato in rovina. (come sopra)

COST. Da vero?

FELIC. Non lo sapete?

DOROT. Vi racconterò con più comodo.

PASQ. Signora madre, vien tardi, e abbiamo d'andar in quel luogo. (a Dorotea)

DOROT. Sì, andiamo; con vostra buona licenza vi leveremo l'incomodo. (si alzano)

PASQ. Signora madre, guardate i bei nastri color di rosa.

DOROT. È vero: tutti due compagni. Sono forse all'ultima moda?

COST. Sì certo, è una moda venuta or ora di Francia. (ridendo)

PASQ. Se ne potessi aver uno ancor io!

DOROT. Costeranno poco.

COST. Costa tanto poco, che se la signora Pasquina vuol questo, glielo do volentieri.

PASQ. Oh, mi farebbe tanto piacere.

COST. Eccolo qui, servitevi.

PASQ. Obbligatissima. (lo prende e se lo punta al petto)

DOROT. E io ne potrei aver uno?

COST. Ne volete uno anche voi? Volentieri. Vado di a pigliarlo, e ve lo porto immediatamente.

FELIC. (Signora Costanza, tutti questi nastri c'imbroglieranno). (piano a Costanza)

COST. (No, no, può anzi essere che la scena sia più gustosa). (piano a Felicita) Vado anch'io a mascherarmi. Vi porto il nastro, e ce ne andremo tutte d'accordo. (parte)

 

 

 


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