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Costanza mascherata in bautta, e le suddette.
COST. Ecco qui; ecco, signora Dorotea, un nastro simile anche per voi.
DOROT. Vi sono tanto obbligata.
COST. Volete che andiamo tutte al caffè?
PASQ. Signora madre, non abbiamo noi d'andare dal gioielliere?
DOROT. Sì, è vero: si passerà dalla sua bottega.
FELIC. Volete far qualche spesa?
DOROT. Mia figlia vorrebbe una certa cosa.
PASQ. Vorrei barattare quest'anelletto.
COST. Lasciatelo un po' vedere: oh bellino!
COST. (Felicita). (chiamandola piano)
COST. (Oh che caso bello! Quell'anellino lo aveva in dito il Conte ier sera). (come sopra)
FELIC. (Che glielo abbia donato lui?) (come sopra)
COST. (Sì certo. Sul festino ier sera). (come sopra)
FELIC. (State zitta, che ce lo godremo). (come sopra)
DOROT. Signore, se avete dei segreti, ce ne andremo.
COST. Compatite; abbiamo un piccolo interessuccio.
DOROT. (Non vorrei che si accorgessero dell'anello. Ha fatto male Pasquina a farlo vedere). (da sé)
FELIC. Via, se si ha da andare, andiamo.
PASQ. Noi vogliamo passare dal gioielliere.
COST. Bene; e noi vi attenderemo al caffè.
PASQ. Sì sì, ho piacere; può essere che ci ritroviamo il contino Rinaldo. (parte)
DOROT. Ehi, sentite, ve lo confido. Quell'anellino l'ha donato a mia figlia il signor Battistino, che dev'essere suo marito. Ma non voglio che si sappia, perché non voglio che di me si dica. Lo sapete, in materia di queste cose, io sono una donna delicatissima. (parte)