Carlo Goldoni
Le donne di buon umore

ATTO PRIMO

SCENA UNDICESIMA   Silvestra e dette

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SCENA UNDICESIMA

 

Silvestra e dette.

 

SILV. Brava, signora nipote; andate in maschera, eh?

COST. Serva, signora zia.

FELIC. Serva sua, signora Silvestra.

SILV. La riverisco. (a Felicita) Dove si va, signora? (a Costanza)

COST. Vado un pochino a spasso. Comanda niente, signora zia? (a Silvestra)

SILV. Se andate voi, ci voglio venire ancor io.

FELIC. Anch'ella in maschera a piedi? Si stancherà, signora.

SILV. Mi stancherò? Credete che io non sia buona da camminare? Mi fate ridere; sarò capace di camminare più di voi. (a Felicita) Signora sì, voglio venire ancor io. (a Costanza)

COST. Ora vado colla signora Felicita in un servizio; verrà con me questa sera.

SILV. Signora no, a casa non ci voglio stare.

FELIC. Avete difficoltà, che venga meco vostra nipote? Son donna maritata; non vi è bisogno che voi le facciate la scorta.

SILV. Io non intendo di volerle fare la guardia; sono zitella al pari di lei; e se ho qualche anno di più, non sono ancora da lasciare in un cantone.

FELIC. (Per me, non la voglio assolutamente). (piano a Costanza)

COST. Davvero, signora zia, vado in un piccolo servizietto, e torno subito a casa.

SILV. Garbata! Non mi volete, eh? Sì sì, verrete un'altra volta da me a pregarmi che io vi scriva le lettere. (sdegnata)

COST. Siate buona, signora zia, non andate in collera.

SILV. Certo, io in casa, e voi a spasso; e col bel nastro color di rosa.

COST. Lo comanda? È padrona.

SILV. Né anche per questo... Via, puntatemelo qui in petto.

COST. Subito volentieri. (si leva il nastro, e lo punta al petto di Silvestra)

SILV. Ah! sto bene? (a Felicita)

FELIC. Benissimo. Siete un incanto. (E voi, Costanza?) (piano a Costanza)

COST. (Andiamo di ; ho dell'altra fettuccia; ne faccio uno immediatamente). (piano a Felicita)

SILV. Tornate presto, che anderemo al caffè.

COST. Dove?

SILV. Al solito luogo.

COST. Stamattina credo di non potere. Serva sua. Ci andremo poi questa sera?

FELIC. Questa sera alla festa di ballo.

SILV. Oh, alla festa non manco. Ieri sera col bel Contino ho fatto un minuetto solo; questa sera ne voglio fare una mezza dozzina.

FELIC. (Vuol essere meglio burlata. E pure se ne trovano di queste vecchie). (da sé, e parte)

COST. (Deggio secondarla per i miei fini. E poi convien compatirla. La gioventù suol disprezzar la vecchiaia; ma quando saremo vecchie, si farà lo stesso di noi). (da sé, e parte)

SILV. Bene, bene: andate pure dove volete; pensate che io voglia aspettarvi in casa? Siete pazze, se lo credete. Vado subito a mascherarmi. Figuratevi, se io voglio stare in casa a dormire. È vero che sono un poco avanzata, ma il sangue mi bolle, ed il cuore mi brilla in petto. Son bella e diritta, ci sento, ci vedo, ho tutti i miei denti in bocca, e non la cedo ad una giovane di vent'anni. (parte)

 

 

 


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