Carlo Goldoni
Le donne di buon umore

ATTO TERZO

SCENA DECIMA   Mariuccia e detti

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SCENA DECIMA

 

Mariuccia e detti.

 

MAR. Signora, signora.

COST. Che cosa c'è?

MAR. Il padrone ha chiamato. Ha detto che vuol mangiare, scende le scale, e dubito che venga qui.

COST. Non mi dicesti ch'egli dormiva?

MAR. È vero, dormiva, e subito che si è svegliato, ha chiesto da mangiare.

CAV. Buono, buono, lasciate che venga, che lo faremo sognare.

SILV. Cosa vuol questo vecchio? I vecchi con noi altri giovani non si confanno.

COST. Mio padre non si dolerà, che abbiamo fatta una cena, ma si lamenterà con ragione, che non lo abbiamo avvisato ancora lui. I vecchi in queste cose ci stanno, e mi dispiace infinitamente.

CON. La cena è finita, ce ne possiamo andare in un'altra camera. (tutti s'alzano)

COST. Sì sì, ce ne anderemo nel mio appartamento. Mariuccia, fa preparare il caffè, e che ce lo portino quando è fatto.

SILV. Mi è tanto piaciuto il caffè che ho bevuto questa mattina; mandiamolo a pigliare alla bottega dell'Aquila. (Quel caffettiere è un giovine che mi nel genio). (da sé)

COST. Mandate all'Aquila un servitore; così lo averemo più presto. (a Mariuccia)

CAV. E poi in Venezia il caffè delle botteghe par sempre migliore di quel che si beve nelle case.

MAR. Sentite? Il vecchio è in sala; poco può tardar a venire.

SILV. Andiamo di a concludere queste nozze.

COST. Questo è quello che preme a me pure. Ma se mio padre vede qui la tavola apparecchiata, vorrà sapere che cosa è stato.

CAV. Andate, andate, signore mie; fidatevi di me; penserò io a tirarvi fuori d'ogni imbarazzo. Sentite. (si ritira a parlar piano con Mariuccia)

SILV. Andiamo, caro, che ad essere consolati ci manca poco. (al Conte)

CON. Questo è quello che io spero. (verso Costanza)

COST. Questo è quello che io desidero. (verso il Conte, e tutti tre partono)

LEON. Noi ce ne potressimo andare a casa. (a Felicita)

FELIC. Pensate voi, se io voglio perdere il fine di questa scena. Dirò, come diceva quello: ora viene il buono. (parte)

LEON. Gran donne! non si saziano mai. Voglio restarvi anch'io; voglio veder se mi riesce di condurla a casa stasera. Son cinque notti, che dormo solo. ()

DOROT. Volete che ce ne andiamo? (a Pasquina e Battistino)

PASQ. Sicuro! Voglio che beviamo il caffè. (parte)

BATT. Se lo beve Pasquina, lo voglio bevere anch'io. (parte)

DOROT. Sì sì, ho mangiato tanto, mi farà bene allo stomaco. (parte)

CAV. Avete inteso? (a Mariuccia)

MAR. Ho inteso tutto; eccolo il vecchio. Vado subito, perché non mi vegga. (parte)

 

 

 


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