IntraText Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
OTT. Disgraziato...
COR. No, signor padrone, non andate in collera, vi prego, mi preme troppo la vostra salute.
OTT. Ho da sopportare un briccone?
COR. Mandiamolo via; ma per amor del cielo, non vi alterate.
OTT. Cacciatelo via.
COR. Lo caccerò. Bevete la cioccolata.
OTT. Subito...
COR. Eccola.
COR. Subito lo caccerò. Bevete la cioccolata, prima che si freddi.
COR. Voglio che beviate la cioccolata. Non mi fate andar in collera, bevetela. (alterata)
COR. Caro signor padrone, per amor del cielo, moderatevi un poco: siete una bestia.
COR. Via; non lo dico per male, lo dico così per una facezia.
OTT. Bricconcella! (sorridendo)
COR. È buona la cioccolata? Vi piace?
COR. Quell'asino l'ha presa lui senza dirmi niente.
OTT. Cacciatelo via.
OTT. Dove siete stata, che non siete venuta prima?
COR. Bella! sono stata a fare i fatti miei.
OTT. Che fatti? Che cosa avete fatto?
COR. Oh sì; vi dirò tutto quello ch'io faccio!
OTT. Lo voglio sapere. (irato)
OTT. Ma se..
OTT. Venite qua.
COR. Caro signor padrone, più che vi voglio bene, più mi mortificate.
OTT. Orsù, Corallina mia, finiamo questa faccenda
OTT. Sì, facciamola una volta finita. Dica il mondo quel che vuol dire, quando averà detto, averà finito.
COR. Oh, sono lontanissima dal matrimonio.
OTT. Dunque voi non mi sposereste?
COR. Quando poi si trattasse del mio padrone, mi rassegnerei.
COR. Facciamola... ma... (Oh, non lascio Florindo). (da sé)
COR. Bisognerebbe prima, che maritaste la signora Rosaura. (Prenderò tempo). (da sé)
OTT. Sì, dici bene, la mariterò; ma intanto...
COR. Intanto vogliatemi bene.
OTT. Eh, bene bene! Non mi basta.
COR. Che cosa vorreste di più?
OTT. Non vorrei che tu...
OTT. Lo dirò. Non vorrei che t'innamorassi di qualcheduno, e mi piantassi.
COR. Oh, non vi è pericolo. Il mio caro padrone non lo lascio per un principe, per un re.
OTT. Sono avanzato negli anni, ma non ho poi certi malanni addosso.
COR. Siete un fiore. Siete un gelsomino. Fate invidia alla gioventù: oh, non vi cambierei con un giovinetto.
OTT. Se potessi maritar mia figlia subito, lo farei pur volentieri.
COR. Volete ch'io procuri di collocarla?
OTT. Sì, mi farai piacere. Le darò di dote seimila ducati, e cento di senseria a chi mi trova il partito.
COR. (Questi cento voglio vedere di buscarli io). (da sé) Lasciate, signor padrone, che spero di far ogni cosa bene.
OTT. Sì, Corallina, facciamolo presto; e tosto che Rosaura sia sposa, ci sposeremo anche noi.
COR. Sapete che bugie non ne so dire.
COR. Sì, tutto.
OTT. Perché no?
COR. Perché no.
OTT. Hai da esser mia.
COR. Quando sarò vostra, ve la darò.
OTT. Via, che non è niente: dammi la mano.
OTT. Ed io la voglio.
COR. Ed io non ve la voglio dare.
OTT. Giuro al cielo, non mi far dire... (in collera)
COR. Se andate in collera, non ve la do più.
OTT. Oh via; me la darai dunque a suo tempo. (parte)