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LEL. (Anche questa volta vo' far a modo di Corallina). (da sé)
OTT. (Eccolo qui). (da sé, verso Lelio)
LEL. (Quando lo vedo, mi bolle il sangue). (da sé)
OTT. Signor Lelio, vi riverisco.
OTT. Amico, io ho per voi tutta la stima: parliamo da buoni amici.
LEL. Se mi foste amico, non mi trattereste così.
LEL. Una bricconata.
OTT. Bricconata? Bricconata? (masticando)
LEL. Siete in parola con me di darmi la vostra figlia; me lo fate dire espressamente da Corallina; e poi la volete dare ad un altro?
LEL. Siete un mancator di parola.
LEL. Sono azioni che meritano stilettate.
OTT. (Oh, se resisto è un prodigio). (da sé)
OTT. Via, Rosaura sarà vostra: ve lo prometto.
LEL. E poi mi tornerete a mancar di parola. Dagli uomini senza fede non si può sperare di meglio.
OTT. (Oh! mi pizzicano le mani). (da sé)
LEL. Se non foste più vecchio di me, vi metterei le mani addosso.
LEL. Sì, vorrei che mi rendeste conto della mala azione.
OTT. (E non ho d'andar in collera?) (da sé)
LEL. (Costui è diventato un porco). (da sé)
OTT. Volete altro che Rosaura? Vi torno a dire, Rosaura è vostra.
LEL. Ma perché volevate voi darla al signor Florindo?
OTT. Perché... non sapevo che Corallina vi avesse detto quello che le ho detto io.
LEL. Vi confondete. Si vede che siete...
OTT. Che cosa sono?
OTT. Eh, giuro a Bacco. (mette mano sulla spada, fremendo) Chi si può tenere, si tenga.