Carlo Goldoni
Le donne curiose

ATTO TERZO

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ATTO TERZO

 

 

 

SCENA PRIMA

 

Camera nel casino della conversazione, con varie porte.

 

Rosaura, Beatrice, Eleonora, Corallina e Brighella

 

BRIGH. Le vegna con mi, e no le se indubita gnente. Le metterò in t'un logo, dove senza esser viste le vederà.

BEAT. Che luogo è quello dove ci volete mettere?

BRIGH. Una camera scura dove no ghe va nissun.

COR. Che sia la camera del tesoro?

BRIGH. Siora sì, ghel tesoro da ingrassar i campi.

ELEON. Vi sono i fornelli?

BRIGH. No, la veda: i fornelli xe in cusina.

BEAT. Qual è la camera del giuoco?

BRIGH. Qualche volta i zoga qua colla dama.

ROS. Colla dama, eh? Sì, sì, vi ho capito. Si divertono colle donne.

BRIGH. Le vederà con che donne che i se diverte. Le so donne le son le bottiglie.

COR. Le bottiglie, o le pentoline?

BRIGH. Pentoline? Pignatelle? Da cossa far?

COR. Per far le stregherie, per cavar il tesoro.

BRIGH. Sì, sì, brava, la dise ben. Presto, presto, le se retira, che sento zente, e le varda ben, le staga zitte, no le fazza sussurro.

ROS. (Se vedo donne, non mi tengono le catene). (da sé, entra)

BEAT. (Se mio marito giuoca, vado a strappargli le carte di mano). (entra)

ELEON. (Voglio rompere tutti i loro lambicchi). (entra)

COR. (Se cavano il tesoro, ne voglio anch'io la mia parte). (entra)

BRIGH. Per sincerar ste donne curiose, no gh'è altro remedio che farle véder coi propri occhi... Vien i patroni, vado a finir de parecchiar la cena. Se la invenzion va ben, son el primo omo del mondo. Se la va mal, pazienza. Co l'intenzion l'è bona, se compatisse chi falla. (parte)

 

 

 


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