Carlo Goldoni
I due gemelli veneziani

ATTO TERZO

SCENA DODICESIMA

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SCENA DODICESIMA

 

Beatrice col Servitore, e detti.

 

BEAT. (Tonino che parla con una giovine? Ascoltiamo). (da sé, in disparte)

ZAN. Ve voggio tanto ben, che senza de vu me par d’esser oselo98 senza frasca, pàvero99 senza oca, monton senza piegora, porzeletto senza porzeletta. Sì, cara, ve voggio ben e no vedo l’ora de buttarme a nuar100 in tel mar della vostra bellezza; no vedo l’ora de sguatararme101 co fa una grua in tel bevaor102 della vostra grazia, e de spolverarme103 in te le vostre finezze, come... sì, come l’aseno se spolvera in tel sabbion.

ROS. (Mi sembra ch’egli divenga sguaiato più che mai). (da sé)

BEAT. Ah perfido! ah ingrato! ah infedele! Questa è la fede che mi giurasti? Testé mi desti la mano di sposo, ed ora così mi tradisci? Per la terza volta mi deludi e mi inganni? Guardami, scellerato, guardami in volto, se hai cuore di farlo: ma no, che il rossore t’avvilisce, ti confonde il rimorso, ti spaventa il mio sdegno. Anima indegna! cuor mendace! labbro spergiuro! A che sedurmi nella casa paterna? A che farmi abbandonare la patria? A che darmi la mano di sposo, se ad altra donasti il cuore? Mi fu detta la tua perfidia, ma non l’avrei mai creduta. Ora che gli occhi miei son testimoni del vero, ora scorgo i miei torti, i miei danni, i miei disonori. Va, che più non ti credo; va, che più non ti voglio. T’assolvo, barbaro, sì, t’assolvo dal giuramento, se pur te ne assolvono i numi. Più non curo il tuo amore, più non voglio la tua destra, non bramo più la tua fede. Attendi, che per maggiormente porre in libertà il tuo perfido cuore, ti vorender quel foglio con cui mi tradisti, con cui m’ingannasti. Sì, barbaro, sì, crudele; ama la mia rivale, adora il suo sembiante del mio più vago, ma non sperare in altra donna ritrovar la mia fede, la mia tolleranza, il mio amore.

(Parte col servo. Zanetto, frattanto che parla Beatrice, l’ascolta attentamente senza dir nulla, poi si volta verso Rosaura)

 

 

 





p. -
98 Oselo, uccello.



99 Pàvero, papero.



100 Nuar, nuotare.



101 Sguatarar, dimenarsi nell’acqua.



102 Bevaor, vaso in cui bevono volatoli.



103 Spolverarse, dimenarsi o rivoltarsi per la polvere.



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