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ATTO SECONDO
SCENA OTTAVA Corallina in abito magnifico, Monsieur La Fontaine e detti.
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Corallina in abito magnifico, Monsieur La Fontaine e detti.
COR. Oh oh, ecco qui mio marito. (forte, con allegria)
ARL. Mia muggier. (torna indietro con allegria)
COR. Monsieur votre très humble servante. (fa un inchino ad Arlecchino con serietà)
ARL. Madame, votre serviteur très zamble. (fa lo stesso)
FONT. Scusate, amico, se ho trattenuto un poco troppo la vostra signora da voi lontano. Ha desiderato di vedere la sala dell'Opera, e mi ho creduto in debito di servirla.
ARL. Bravissima! l'ha fatto ben. (forzatamente)
BAR. Eh, il signor Cavaliere è un uomo di spirito, non è geloso.
ARL. Ah! cossa dìsela! So viver alla francese.
COR. Oh se sapeste, marito mio, quanto questo signore è cortese! Quante finezze mi ha fatto!
ARL. Me ne consolo. (forzatamente e con pena)
FONT. Signore, io ho fatto il mio dovere con madama nei termini della buona amicizia e dell'onestà.
BAR. Il signor Cavaliere non è geloso.
BAR. Signori, con vostra licenza, il signor Cavaliere ed io vogliamo andare al bosco di Bologna a vedere il ballo.
COR. Ci possiamo andare ancora noi. (a madame la Fontaine)
ARL. Poderessimo andar insieme. (a monsieur le Baron)
BAR. Nella mia carrozza non ci stanno che due persone.
FONT. E due nella mia.
COR. Bene; ne abbiamo abbastanza. Io anderò in una con mio marito, e lor signori nell'altra.
BAR. Perché con vostro marito? Che volete che dica il mondo?
ARL. Che diavolo de vergogna! Voleu che se femo ridicoli in Franza? (a Corallina, con affettazione)
BAR. Venite con me, signor Cavaliere. Madama anderà coll'amico.
ARL. Sior sì, andemo. Madame, votre très zamble serviteur.
COR. Monsieur, votre très humble servante. (con una riverenza)
ARL. (Forti, coraggio, e che se fazza onor alla patria). (da sé; parte col Barone)