Carlo Goldoni
Il genio buono e il genio cattivo

ATTO TERZO

SCENA QUARTA   Betzi ed Arlecchino

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SCENA QUARTA

 

Betzi ed Arlecchino

 

BET. Cos'è questo rumore?

ARL. Quattro matti che s'ha bastonà coi omeni de bottega.

BET. Mi maraviglio che abbiano osato di perdere il rispetto alla mia bottega! Licenzierò i garzoni, e gl'inglesi me ne renderanno conto.

ARL. Me consolo a sentir che la sia ela la patrona. La gh'ha rason d'esser disgustada, e la consegio de far castigar quei quattro inglesi. Sopratutto uno che all'abito m'ha parso mariner o piloto. Maledetto! El menava pugni da diavolo. (Squasi più el me rompeva una costa). (da sé)

BET. Avete veduto? Siete stato presente?

ARL. Son stà presente, seguro, anca troppo.

BET. Mi dispiace, signore, che per la prima volta che onorate la mia bottega, sia accaduta una tale discordia.

ARL. Eh, no serve gnente, no serve gnente. Quel che xe stà, xe stà, parlemo de altro. La diga... el so reverito nome se porlo saver?

BET. Io mi chiamo Betzi, per servirla.

ARL. Mi, siora Betzi, gh'ho da pagar una chioccolata. Cossa oio da dar?

BET. Uno scellino, signore.

ARL. Cossa val un scellin.

BET. Vale ventiquattro baiocchi romani.

ARL. Che vol dir quaranta otto soldi de Bergamo.

BET. Per l'appunto.

ARL. Oh, a Londra xe tutto caro, ma non importa. (tira fuori la borsa, e le una moneta d'oro)

BET. Vado a cambiare, e vi porto il resto.

ARL. Eh non importa, la tegna pur, la la riceva per un piccolo sagrifizio alle so bellezze.

BET. Sono obbligata alla cortesia del signor forastiere. Di che paese è vossignoria?

ARL. Son italian.

BET. Veramente i signori italiani sono cortesi, affabili, e generosi. Le piace questo nostro paese? Si tratterrà qui lungamente?

ARL. Mi sì che el me piaseria, e ghe staria anca... ma sto costume no lo posso soffrir, sto disprezzo che i fa dei foresti...

BET. Signore, se voi conosceste bene questo paese, non ne sareste sì malcontento. Gl'inglesi sono di buonissimo core, e quando hanno dell'amicizia per qualcheduno, sono amici veri, fedeli, e operosi. Non è vero che sprezzino le altre nazioni, e che si credano superiori, ma come sono portati dal clima e dall'educazione alla serietà ed alla compostezza, non possono soffrire la pompa vana e l'allegria smoderata. Uniformatevi un poco al gusto della nazione, e vedrete col tempo, che il soggiorno di Londra è il miglior soggiorno del mondo.

ARL. Co l'è cussì, son contentissimo. Credo a quel che la me dise, e me fermarò... Ma belle donne, pulite, che le se possa trattar, ghe ne xe?

BET. Un gran paese non può mancare di belle donne. La cortesia, la gentilezza, la buona grazia sono doni o acquisti particolari; e vi sono qui ancora delle donne di merito, come se ne trovano dappertutto.

ARL. Ghe ne capita alla so bottega?

BET. Sì signore. In questo paese le donne godono di una pienissima libertà; e vanno per le botteghe senza essere criticate.

ARL. Donca me raccomando a ela. Vorave cognosser qualche bella inglesina: cara ela, la me daga una man.

BET. La proposizione è un poco equivoca. Siete voi ammogliato?

ARL. (E per questo no me posso divertir. Ma se a questa ghe digo de sì, ho paura de no far gnente). (da sé) Siora no, son putto.

BET. Vorreste voi ammogliarvi a Londra?

ARL. Mi sì, se me capitasse una bona occasion.

BET. Per dirvi la verità, io ho buona mano per i matrimoni, e sono sempre riuscita in ciò con onore.

ARL. Tanto meio! Donca la se interessa anca per mi.

BET. Signore, senza conoscervi, non posso adoperarmi per voi.

ARL. Per questo po basta che la sappia che son cavalier. A tempo e logo la saverà el resto.

BET. Quando è così, signor Cavaliere, lasci operare a me, e vedrò di servirla; ma voglio darle un avvertimento. Si cambi di abito; si vesta all'inglese, e sarà meglio veduto dagli uomini, e con più facilità trattato ancor dalle donne.

ARL. Benissimo, co no gh'è altro che questo, lo fazzo subito. (Vardè se Corallina no xe una donna de garbo! La s'ha vestio subito all'inglese senza che ghel diga nissun). (da sé) Vado a muarme de abito, e se intanto vegnisse qualche bella donna, la la trattegna. Patrona. (vuol partire) Tornarò all'inglese, me contegnirò alla maniera inglese, parerò tutto inglese. La varda se fazzo pulito, la osserva con che naturalezza che me scomenzo a inglesar. (si compone goffamente e duro come un palo, e parte)

 

 

 


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