Carlo Goldoni
Il genio buono e il genio cattivo

ATTO TERZO

SCENA UNDICESIMA   Arlecchino, poi Betzi e Corallina

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SCENA UNDICESIMA

 

Arlecchino, poi Betzi e Corallina

 

ARL. Colle donne no bisogna mostrar né troppa passion, né troppa curiosità? Benissimo, e mi farò cussì. Per altro vorave saver... Ma eccola qua; no mostremo curiosità, e componemose.

BET. Ecco il signor italiano. (a Corallina)

COR. È vestito anch'egli all'inglese. (a Betzi)

BET. Sa, come voi, per uniformarsi al paese.

COR. Non mi guarda nemmeno.

BET. Dee pensare a qualche cosa d'importanza. Ora gli parlerò. (si accosta al Arlecchino)

COR. (Non so cosa sia. Il core mi batte terribilmente). (da sé)

BET. Signore, ecco qui la signora italiana.

ARL. Sì! vediamola. (si volta, fa qualche passo; marito e moglie si conoscono, e restano ammutoliti e mortificati)

BET. Che vuol dire questa sorpresa? Vi conoscete, signori?

ARL. Mia muggier. (a Betzi, pateticamente)

COR. Mio marito. (a Betzi, pateticamente)

BET. Come! Marito e moglie! E tutti due venite a parlarmi di conoscenze e di matrimonio? Mi maraviglio di voi. Sono una donna d'onore, non tengo mano a simili galanterie. Vergognatevi di voi stessi, ed alla mia bottega non ci capitate mai più. (parte)

 

 

 


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