Carlo Goldoni
Il genio buono e il genio cattivo

ATTO QUARTO

SCENA QUARTA   Pantalone e la suddetta.

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SCENA QUARTA

 

Pantalone e la suddetta.

 

PANT. Olà! una donna europea! sola! in sto liogo! come mai? che stravaganza, che novità!

COR. Chi è mai questo buon vecchio che mi guarda con attenzione? All'abito non mi par turco.

PANT. Patrona riverita.

COR. Serva devota.

PANT. La compatissa se m'avanzo troppo. La mia curiosità no xe senza rason.

COR. Favorite dirmi, signore, qual paese è questo.

PANT. No la lo sa?

COR. Non lo so.

PANT. Semo in Tripoli de Barbaria.

COR. (Non mi sono ingannata. Ho secondato il sogno senza volerlo). (da sé)

PANT. Ma come xela qua, senza saver dove che la sia?

COR. Favoritemi in grazia. Siete voi di questo paese?

PANT. No, la veda; son un mercante italian che navega in sti mari, e gh'ho qua el mio negozio e i mi magazzeni.

COR. Sono consolatissima d'incontrarmi in un italiano. Di qual paese siete, signore?

PANT. Venezian per servirla.

COR. Oh incontro per me fortunato! Io non son veneziana, ma ho avuta la fortuna di nascere sotto un sì dolce, sotto un sì glorioso governo.

PANT. In che paese, patrona?

COR. In una delle più belle e delle più feconde valli del Bergamasco.

PANT. Me ne consolo infinitamente. Semo, se pol dir patriotti. Se posso servirla, la me comanda. Son bon venezian; amigo de tutti, amigo delle donne principalmente, e amigo sviscerà delle patriote.

COR. Ditemi, per carità, avreste sentito per avventura in questo paese mentovar il nome di un certo Arlecchino delle vallate di Bergamo?

PANT. No, in verità, no l'ho mai sentio nominar.

COR. (Eh lo diceva, è inutile ch'io me ne lusinghi). (da sé)

PANT. Xelo qualche so parente?

COR. È mio marito, signore. (sospirando)

PANT. Cossstà? l'alo lassada? xelo andà per mar? xelo stà fatto schiavo?

COR. Con più comodo vi narrerò la serie delle mie sventure. Per ora vi supplico di procurarmi un asilo.

PANT. La vegnirà con mi, la starà con mi. Son cognossù, son respettà in sto paese, e no l'averà gnente da dubitar.

COR. Il cielo ricompensi la vostra bontà.

PANT. Ma la me compatissa, avanti che m'impegna per ela, xe ben giusto che la me diga chi la xe, come che la se trova in sto liogo, chi l'ha menada, chi l'ha conseggiada, e cossa che la pensa de far.

COR. È giusto quel che voi domandate. Sappiate, signore, ch'io sono... (si sente rumore nella Moschea)

PANT. Coss'è sto strepito?

COR. Che rumore è questo?

PANT. Andemo, retirémose qua in sta bottega. La me conterà la so istoria. Intanto vederemo cossa che nasce, e se el passo sarà libero, andaremo a casa da mi. (la prende per mano)

COR. Oh cieli! La mia disgrazia mi seguita per tutto. (partono)

 

 

 


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