Carlo Goldoni
Il genio buono e il genio cattivo

ATTO QUARTO

SCENA TREDICESIMA   Il CAD̀ e detti.

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SCENA TREDICESIMA

 

Il CADÌ e detti.

 

PANT. E cussì, sior Cadì, che bone nove me pòrtela?

CADÌ Il Bey mio signore ha accettato le vostre suppliche, ed ecco quel ch'ei m'impone di dirvi. Rispetta egli la vostra illustre nazione, ammira lo zelo ond'ella s'interessa per i sudditi suoi, con cui favorisce il commercio, mantiene la tranquillità fra suoi popoli e la buona corrispondenza co' suoi alleati. Desidera egli conservare la sua amicizia, ed in prova di ciò, non solamente rende a voi la donna innocente, ma vi regala generosamente anche il colpevole.

PANT. Evviva! evviva! Son pien de giubilo e de consolazion. L'assicura el Bey della mia vera riconoscenza, e che scriverò al mio paese, e che in ogni occasion el sia seguro de trovar una simile corrispondenza.

CADÌ Lasciate il reo in libertà. (alle Guardie, le quali sciolgono Arlecchino e discendono)

PANT. Animo. Vegnì zoso, vegnì a ringraziar el sior Cadì, e mi farò el mio dover col Bey. (a Corallina ed Arlecchino)

ARL. Presto, andémoli a ringraziar. (vuol discendere)

COR. Fermati, Arlecchino, e dammi la mano. (lo prende per mano e parla forte dalla scalinata) Ringrazio il Bey, il Cadì, e il signor Pantalone. Ringrazio il cielo che ci ha salvati, che ci ha liberati. Domando scusa, se non discendo. Sono impaziente di riveder la mia patria. Mi servo ora, in compagnia di Arlecchino, di quel potere che senza di lui non curava. Addio, signor Pantalone. Venite a Bergamo, e ci rivedremo. (Batte il piede. Attacca subito la sinfonia piena con trombe e timpani. La scena si cambia in porto di mare, e la torre delle prigioni si cangia in una fortezza che difende il porto. Si vedono vari bastimenti. Arlecchino e Corallina si vedono trasportati in una nave europea che a vele gonfie parte. Tutti attoniti e sorpresi, facendo maraviglie partono. Escono da varie parti dei Turchi ballando, e conducendo dei Schiavi e delle Schiave in catene con delle Guardie. Dopo qualche piccola danza, viene una Guardia turca a parlare all'orecchio dei Turchi ballerini. Essi corrono al porto. Osservano in mare e fanno maraviglie, come se vedessero un'armata, e mostrano qualche apprensione. Mandano la Guardia alla torre, e dalla torre si fanno alcuni tiri di cannone, e si espone bandiera bianca turca. I Turchi ballerini montano in una saicca turca e vanno in mare. Intanto gli Schiavi e le Schiave in catena ballano fra di loro, custoditi da Guardie. Torna poi la saicca turca, e sbarcano i Turchi che invitano i Veneziani armati a discendere. Discesi che sono, e bene accolti dai Turchi, fanno questi sciogliere gli Schiavi, e li presentano ai Veneziani. Segue il ballo allegro, e con questo)

 

 

 

[ERTML-S/RC:atto]

ATTO QUINTO

 

 

 


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