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ATTO QUARTO
SCENA SESTA Corallina ed Arlecchino nello sturione che guizza di quando in quando.
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Corallina ed Arlecchino nello sturione che guizza di quando in quando.
COR. Donne felici! Vita deliziosa e beata! Goduta ho anch'io nella mia capanna una simile felicità. Oimè! strascinata dal Genio Nero l'ho sagrificata al capriccio, alla vanità; l'ho perduta per sempre! Non vi è più rimedio per me. Non vedrò più il mio caro Arlecchino, non vedrò più il mio nativo paese, non godrò più la mia pace. A che mi serve questo resto di vita misera, lagrimosa, dolente? Eh, finiscasi di penare una volta. Trionfi il Genio perfido intieramente di me. Se non ho saputo vivere in pace col mio caro marito, voglio terminare i miei giorni com'egli ha finito i suoi. Ah sì, vuò morire com'egli è morto. Voglio seppellirmi in quell'onde. Deh numi tutelari di queste spiaggie, raccogliete il mio spirito, e portate il mio corpo al mare, e unitelo a quello del mio adorato Arlecchino. Coraggio, Corallina, coraggio. Termina i tuoi tormenti colla tua vita, e serva il tuo triste fine d'esempio a chi si abbandona alle lusinghe del Genio seduttore, ribaldo. (corre per gettarsi nel fiume, dal quale esce in una conca marina il Genio Buono)