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Arlecchino e detto.
OTT. Son l’uomo più infelice di questa terra.
OTT. Non me l’avrei mai creduto.
ARL. Che vada? Anderò. (in atto di partire)
OTT. Cosa volevi da me?
ARL. Aveva da dirghe un no so che, per part de siora Rosaura; ma vado via.
OTT. No, fermati. Cosa mi dovevi tu dire?
OTT. Parla, dico, o ti bastono. (alza il bastone)
ARL. La se ferma, parlerò. Siora Rosaura dis cussì, che ghe premeria de parlarghe.
OTT. Vado subito. Ma no... Dille che ora non posso.
ARL. Gnor sì. (in atto di partire)
OTT. Aspetta... Sarà meglio che io vada. (s’incammina)
OTT. Ma che mai potrò dirle? No, Arlecchino, dille che non mi hai trovato.
ARL. Ghe lo dirò. (in atto di partire)
OTT. Fermati. Se scopre non esser vero, si lagnerà di me. Anderò dunque.
OTT. Mah! nella confusione in cui sono... Vanne, dille che anderò poi.
ARL. Non occorr’altro. (in atto di partire)
OTT. No, arrestati, il mio dovere è ch’io vada. (parte)