Carlo Goldoni
L'erede fortunata

ATTO PRIMO

SCENA VENTUNESIMA

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SCENA VENTUNESIMA

 

Pancrazio solo.

 

PANC. Il ciel ne guardi che fosse una di quelle che parlano. Che cosa mai avrebbe potuto dir di vantaggio? Rosaura è innamorata del mio genero? Spera corrispondenza, benché egli sia ammogliato? Adesso intendo perché con tanta freddezza ella parla meco, e perché ha difficoltà di accettarmi per suo marito. Bisogna che ella sia acciecata affatto per colui. Non sarebbe la prima ragazza che avesse dato in una debolezza di questa sorta. Ma io ci rimedierò. Beatrice dice bene. Lelio fuor di casa. Ma stimo quella cara signora Rosaura! Credeva che piangesse pel morto, ed ella sospirava pel vivo. Non so che dire. Non si sa più a chi credere. Il mondo è pieno di bugie, pieno d’inganni. Mah! Ho io a creder tutto? Signor no. Bisogna venire in chiaro della verità. L’uomo che ha giudizio, non precipita nelle risoluzioni. Vi pensa, si soddisfa e poi risolve. Così farò ancor io. Penserò, osserverò e, a tempo e luogo, con prudenza e con maturità risolverò. (parte)



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