Carlo Goldoni
L'erede fortunata

ATTO SECONDO

SCENA SESTA

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SCENA SESTA

 

Trastullo, poi il Dottore

 

TRAST. Costui è il più bel carattere del mondo. Mia sorella fa male a non volerlo, perché un marito semplice di questa sorta è un bel capitale per una donna di spirito.

DOTT. Dove sei stato, che è tanto ch’io non ti vedo?

TRAST. A operare pe’ miei padroni.

DOTT. In che proposito?

TRAST. Sul proposito che la signora Rosaura ha da esser moglie del signor Florindo, e quell’eredità ha da venire in casa sua.

DOTT. Ho già preparata la querela del testamento...

TRAST. Senza tante querele, senza far liti, senza brodi lunghi, il signor Florindo ed io abbiamo trovato il modo di tentare questa faccenda, e siamo sicuri d’una buona riuscita.

DOTT. Trastullo, tu mi consoli.

TRAST. Viva pur quieto, e si fidi di noi.

DOTT. Non occorr’altro. Attenderò l’esito con impazienza.

TRAST. Domani saprà qualche cosa. Signor padrone, le fo umilissima riverenza.

DOTT. Buon giorno. (Gran Trastullo!) (da sé)

TRAST. Non credo che il signor Florindo si perderà di coraggio: io lo metto alle mosse, tocca a lui a correre, se vuol vincere il palio. (parte)

 

 

 


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