Carlo Goldoni
L'erede fortunata

ATTO TERZO

SCENA SETTIMA

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SCENA SETTIMA

 

Strada con casa di Pancrazio.

 

Florindo, poi Ottavio

 

FLOR. Grand’azzardo è stato il mio! Mi pento quasi della temeraria insistenza...

OTT. Ponete mano alla spada. (col ferro in mano)

FLOR. Che pretendete?

OTT. Punire la vostra temerità.

FLOR. Non vi riusciràfacilmente. (mette mano e si battono) Ohimè, son ferito.

OTT. Il vostro sangue pagherà l’offesa che alla mia casa faceste.

FLOR. (S’appoggia ad un sedile presso la casa di Pancrazio)

 

 

 


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