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SCENA PRIMA
Camera della Comunità, con sedie antiche.
Nardo che siede nel mezzo, con giubbone, berretta bianca, cappello e scarpe grosse. Cecco con fazzoletto al collo, scarpe da caccia, berretta nera e cappello bordato. Mengone con capellatura e cappello di paglia, giubba grossolana e pantofole: tutti sedendo.
NAR. Sono due ore di sole, e i sindaci non si vedono.
CEC. Pasqualotto è andato colla carretta a portare del vino al medico.
MENG. E Marcone l'ho veduto io a raccogliere delle rape.
NAR. Sono bestie. Non sanno il loro dovere. Sono i sindaci della Comunità, e fanno aspettar noi che siamo i deputati.
CEC. Io, per venir qui stamattina, ho tralasciato d'andare a caccia.
MENG. Ed io ho mandato uno in luogo mio a vendere le legna.
NAR. Oh! quando io sono deputato, non manco. Lascio tutto per venir qui. Sette volte sono stato in questa carica. Ah! che ne dite? Non è una bella cosa sedere su questi seggioloni?
CEC. Oggi arriverà il signor Marchese; toccherà a noi a fargli il complimento.
NAR. Toccherà a me, che sono il più antico.
CEC. Crediamo che il signor Marchese ci farà accoglienza?
NAR. Sì, lo vederete. Se è buono come suo padre, ci farà delle carezze. Io ho conosciuto il Marchese vecchio. Mi voleva un gran bene; sempre ch'ei veniva a Montefosco, l'andava a ritrovare; gli baciava la mano; mi metteva le mani sulle spalle, e mi faceva dar da bere nel bicchiere col quale beveva egli stesso.
CEC. A me per altro è stato detto, che questo signor Marchesino è un capo sventato, che non ha giudizio.
MENG. È assai giovane. Convien compatirlo.