Carlo Goldoni
Il feudatario

ATTO SECONDO

SCENA SEDICESIMA

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SCENA SEDICESIMA

 

Florindo, Pantalone e detto nascosto.

 

FLOR. Come ci entrate voi? Voglio andare dove mi pare e piace. (a Pantalone)

PANT. So siora mare l'aspetta.

FLOR. Ditele che non m'avete trovato.

PANT. Ghe dirò quel che la comanda.

FLOR. Ditemi, sapete voi dove sia la casa di Ghitta?

PANT. Cossa vorla da Ghitta?

FLOR. Voglio andarla a ritrovare.

PANT. E a mi la me domanda dove la sta?

FLOR. Sì, a voi. Vi domando una gran cosa?

PANT. La me perdona, sior Marchese, la m'ha in t'un bon concetto.

FLOR. Mi preme visitar questa giovine. Mia madre non saprà che voi mi abbiate insegnato la casa.

PANT. Sior Marchese, no so cossa dir. Mi la venero e la respetto; la xe mio paron, e no me tocca a mi a darghe istruzion, avvertimenti, conseggi; ma per la mia etae, per l'amor che porto alla so casa, Eccellenza, la me permetta che ghe diga, e la supplico de ascoltarme. Tutti i omeni de sto mondo...

FLOR. Non voglio seccature.

PANT. Servitor umilissimo de Vostra Eccellenza. (parte)

 

 

 


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