Carlo Goldoni
Il feudatario

ATTO TERZO

SCENA OTTAVA

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SCENA OTTAVA

 

La Marchesa Beatrice, Pantalone, Arlecchino, servi e detto.

 

ARL. Eccolo , vestido da paesan. (accennando Florindo a Beatrice)

BEAT. Ah! scioccherello.

ARL. Sopraggiungono. (a Florindo, e parte)

FLOR. (Oimè! mia madre). (da sé)

BEAT. Che fate qui da voi solo?

FLOR. Ahi!

BEAT. Oh Dio! che avete?

PANT. Cossa xe stà, Eccellenza?

FLOR. Son caduto.

BEAT. Come?

PANT. S'ala fatto mal?

FLOR. Sdrucciolai nello scendere dalla collina. Oh Dio! la spalla, il braccio.

BEAT. Deh! signor Pantalone, assistetelo.

PANT. Son qua, Eccellenza, andemo a casa. Sti omeni ghe darà man; mi son vecchio.

FLOR. Lasciatemi riposar qui ancora un poco.

BEAT. Eh! Florindo, Florindo, non so di dove siate voi sdrucciolato. So bene che da per tutto vi aprite dei precipizi, vi fabbricate i pericoli, vi esponete ai disastri. Misero voi, se non aveste una madre amorosa, una madre svegliata pel vostro bene. Sapete voi che siete vicino a perdere questa giurisdizione, non per altro che per la vostra mala condotta?

FLOR. Lo so che quella indegna di Rosaura tenta di rovinarmi.

BEAT. No. Parlate con rispetto di una giovane che mal conoscete. Aveste voi tanta virtù, quante ne ha lei.

FLOR. Oimè! il mio braccio!

BEAT. Ma siete voi veramente caduto?

FLOR. Sì, vi dico.

PANT. Che ghe sia cascà qualcossa addosso...

FLOR. Che vorreste mi fosse addosso caduto? (irato)

PANT. Gnente, Zelenza. (Qualche manganello). (da sé)

FLOR. Io sono chi sono, e niuno avrà ardire d'offendermi. (Il mio decoro vuole che io taccia e che dissimuli). (da sé)

BEAT. Ma perché vestito in abito villareccio?

FLOR. Per passatempo.

PANT. Bravo, el s'ha devertìo.

FLOR. Che intendete voi dire? (si alza)

PANT. Che per divertimento se fa de tutto.

BEAT. Via, ritiriamoci in casa, riposerete sul letto.

PANT. Deghe man a so Zelenza. (servi danno braccio a Florindo)

FLOR. (Mai più mi arrischio. Le donne altrui non le guardo mai più). (da sé, parte)

BEAT. Povero figlio! L'amo teneramente, ma l'amor mio non mi rende cieca. Conosco i suoi difetti e ne procuro la correzione. Veggo i suoi pericoli, e cerco di rimediarli. Amore e prudenza sono due guide infallibili ad una madre che ama, che conosce, e non si lascia adulare dalla passione. ()

PANT. Mi ghe zogheria, che sior Marchese ha scosso el primo tributo del feudo in tante monede de legno. (parte)

 

 

 


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