Carlo Goldoni
Il filosofo di campagna

ATTO SECONDO

SCENA QUINDICESIMA   Lesbina e la Lena

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SCENA QUINDICESIMA

 

Lesbina e la Lena

 

LENA

(Mio zio, ricco sfondato,

Non si puole scordar che vile è nato). (da sé)

LESB.

Signora, mi rincresce

Ch'ella sarà nipote

D'una senza natali e senza dote.

LENA

Certo che il zio poteva

Maritarsi con meglio proprietà.

LESB.

Che nella nobiltà

Resti pregiudicato,

Certamente è un peccato. Imparentarmi

Arrossire dovrei

Con una contadina come lei.

LENA

Son contadina, è vero,

Ma d'accasarmi spero

Con un uom civil, poiché del pari

Talor di nobiltà vanno i denari.

LESB.

Udita ho una novella

D'un somar che solea

Con pelle di leone andar coperto;

Ma poi dal suo ragghiar l'hanno scoperto.

Così voi vi coprite

Talor con i denari,

Ma siete nel parlar sempre somari. (parte)

 

 

 


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