Carlo Goldoni
Il filosofo di campagna

ATTO TERZO

SCENA QUINTA   Don Tritemio e poi la Lena

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SCENA QUINTA

 

Don Tritemio e poi la Lena

 

TRIT.

Figlia, figlia sgraziata,

Dove sei? Non ti trovo.

Ah, se Rinaldo

Mi capita alle mani,

Lo vuò sbranar come fa l'orso i cani.

Invan l'ho ricercato al proprio albergo.

Sa il cielo se il briccon se l'ha nascosta,

O se via l'ha menata per la posta.

Son fuor di me; son pieno

Di rabbia e di veleno.

Se li trovassi, li farei pentire.

Li vuò trovar, se credo di morire.

LENA

Signor, che cosa avete,

Che sulle furie siete?

Fin dentro ho sentito

Che siete malamente inviperito.

TRIT.

Ah! son assassinato.

M'han la figlia involato;

Non la trovo, non so dov'ella sia.

LENA

E non vi è altro?

TRIT.

Una minchioneria!

LENA

Eugenia vostra figlia

È in sicuro, signor, ve lo prometto.

È collo sposo suo nel nostro tetto.

TRIT.

dentro?

LENA

Signor sì.

TRIT.

Collo sposo?

LENA

Con lui.

TRIT.

Ma Nardo dunque...

LENA

Nardo, mio zio, l'ha a caro.

Per ordin suo vo a prender il notaro. (parte)

 

 

 


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