Carlo Goldoni
La figlia obbediente

ATTO SECONDO

SCENA DECIMA

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SCENA DECIMA

 

Il conte Ottavio dando il braccio a Olivetta; e detti.

 

OLIV. Dopo che avrò riposato, sarò da Rosaura a tirare il lotto.

ARL. Signora...

BRIGH. Vardè, fia, sto poveromo che ve vol saludar.

OLIV. Addio. (ad Arlecchino)

ARL. Me consolo infinitamente...

OLIV. Conte, non v’incomodate d’avvantaggio, mi ritiro nella mia camera.

OTT. Non mi volete?

OLIV. No, vado a dormire.

OTT. Non mi volete?

OLIV. No, vi dico.

OTT. Un’altra volta. (la lascia con qualche disprezzo)

OLIV. (Lo soffro, so io perché). (da sé)

ARL. Ela contenta, signora...

OLIV. Non ho tempo.

ARL. Mo, cara lustrissima...

OLIV. Mi par di conoscervi.

ARL. Son Arlecchin Battocchio.

OLIV. Sì sì, mi ricordo. Addio. (parte)

 

 

 


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