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Il conte Ottavio dando il braccio a Olivetta; e detti.
OLIV. Dopo che avrò riposato, sarò da Rosaura a tirare il lotto.
BRIGH. Vardè, fia, sto poveromo che ve vol saludar.
OLIV. Addio. (ad Arlecchino)
ARL. Me consolo infinitamente...
OLIV. Conte, non v’incomodate d’avvantaggio, mi ritiro nella mia camera.
OTT. Non mi volete?
OTT. Non mi volete?
OTT. Un’altra volta. (la lascia con qualche disprezzo)
OLIV. (Lo soffro, so io perché). (da sé)
ARL. Mo, cara lustrissima...
OLIV. Mi par di conoscervi.
ARL. Son Arlecchin Battocchio.
OLIV. Sì sì, mi ricordo. Addio. (parte)