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Il conte Ottavio e detti; poi Arlecchino
OTT. (Saluta senza parlare; tutti s’alzano, fuor che Olivetta e Brighella. Ottavio guarda d’intorno con attenzione e paura).
PANT. Cossa vardela, sior conte?
PANT. No la se dubita, nol gh’è, e nol ghe vegnirà.
OTT. Schiavo, ballerina. Schiavo, grassotta. (a Beatrice)
BEAT. Il signor conte mi burla.
OTT. Sempre i guanti. (a Rosaura)
OTT. Ve li caverete questa sera. Ballerina, avete dormito?
OLIV. Ballerina! Che cos’è questa confidenza?
BRIGH. Gran bel trattar via de qua: sempre madama.
OLIV. La corniola è qui. I viglietti si fanno presto.
BRIGH. Se le vol, mi li fazzo in t’un momento.
ARL. (Porta un tavolino da scrivere, vicino ad Ottavio e Brighella)
OTT. Un’altra volta. (ad Arlecchino)
ARL. Un felippo alla volta; vado drio fin doman. (parte, poi torna)
OTT. La signora Rosaura. (e dà un zecchino a Olivetta)
OTT. La grassotta (dà un zecchino)
OTT. Signor Pantalone. (dà un zecchino)
OTT. La ballerina. (dà un zecchino)
BRIGH. La signora Olivetta, virtuosa de Sua Maestà, ecc. Numero cinque.
OTT. Brighella. (dà un zecchino)
BRIGH. Il signor Brighella. Numero sei.
OTT. Conte Ottavio. (dà un zecchino)
OTT. (Guarda li due ballerini) Chi sono coloro?
BRIGH. Do galantomeni nostri amici.
OTT. Mettete. (alli due ballerini, quali si guardano fra di loro) Ho inteso, non ne hanno. Scrivete: due spiantati. (dà due zecchini)
BRIGH. Numero sette. Monsù Bilanzè. Numero otto. Monsù Sassè. Numero nove. (guardando Ottavio)
OTT. Arlecchino. (chiama)
OTT. È stato vostro camerata. Scrivete. (dà un zecchino)
ARL. Corniola? Sta roba se mette al lotto? Se ghe n’è da cargar una nave.
OTT. (Guarda d’intorno, non vede alcuno)
OTT. Non v’è altri.
BRIGH. Se no i gh’è tutti, no se pol cavar.
OTT. Uh! (con disprezzo a Brighella) Scrivete.
OTT. Sì, un ladro. Ecco il zecchino. (dà un zecchino)
BEAT. Questo ladro sarà il signor conte.
OTT. Come?
BEAT. Sì, perché ha rubato il cuore alla signora Rosaura.
OTT. Brava, grassotta. Ah! Che dite? (a Rosaura)
ROS. (Beatrice tien da chi vince). (da sé)
PANT. Via, allegramente. (a Rosaura)
BRIGH. Adesso bisogna far i bollettini.
OTT. Li ho portati io fatti. Eccoli.
BRIGH. Mettemoli in due cappelli. (offre il suo cappello)
OTT. Sporco. (tira fuori due fazzoletti puliti: mette i viglietti in uno e nell’altro. Ne dà uno a Rosaura, e l’altro a Beatrice)
BRIGH. Chi caverà i viglietti?
OTT. Vi vorrebbe un innocente.
BEAT. Io.
PANT. Vorla che fazza vegnir el mio puttelo de mezzà?
OTT. Sì.
PANT. Chiamè Tonin. (ad Arlecchino)
OTT. Qui sono i numeri. Qui la grazia. E chi non ha la grazia, avrà qualche cosa.
OLIV. Che cosa?
OTT. Una sentenza. Un motto. Una bizzarria. Sentirete.
BRIGH. Eli questi i numeri? (ne spiega alcuni, trova il numero quattro, e lo nasconde con arte) (Questo l’è el numero quattro, el numero de mia fia. Se posso, vôi cuccar7 anca la corniola). (da sé)