Carlo Goldoni
La finta ammalata

ATTO PRIMO

SCENA QUINTA

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SCENA QUINTA

 

Lelio e detti.

 

LEL. Signor dottore, appunto di voi andava in traccia.

ONES. In che vi posso servire? Che cosa avete da comandarmi?

LEL. Vorrei pregarvi di sapermi dire, come sta la signora Rosaura.

ONES. Siete voi parente della signora Rosaura?

LEL. Parente no, sono amico.

ONES. Amico di suo padre, o di lei?

LEL. Veramente più di lei che di suo padre. Vi dirò, la desidero per moglie e l’ho fatta chiedere al signor Pantalone. Egli, col pretesto che la figlia è ammalata, non la vuol maritare, onde per questo desidero sapere come sta di salute.

ONES. Vi dirò, signore, ella sta bene e crede di star male.

LEL. Caro signor dottore, ve la raccomando.

ONES. Assicuratevi ch’io farò il mio dovere.

LEL. Vorrei pregarvi d’una grazia.

ONES. Dove posso, comandatemi.

LEL. Quando andate a visitarla, favoritemi salutarla da parte mia.

ONES. Mi maraviglio di voi; di questa sorta d’uffizi non s’incaricano i pari miei. Io faccio il medico, e pratico nelle case unicamente per esercitare la mia professione. Io non m’introduco negli affari domestici; non fo il consigliere, non fo l’economo, e molto meno il mezzano. (parte)

 

 

 


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