Carlo Goldoni
La finta ammalata

ATTO PRIMO

SCENA SETTIMA

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SCENA SETTIMA

 

Pantalone e detto.

 

PANT. Sior Agapito riverito.

AGAP. Oh signor Pantalone riveritissimo, padron mio stimatissimo, servitor suo umilissimo.

PANT. Come steu? Steu ben?

AGAP. Sta bene? Me ne rallegro.

PANT. Digo se vu stè ben. (forte)

AGAP. Io sto bene, se sono in grazia del mio veneratissimo signor Pantalone.

PANT. Grazie alla vostra bontà.

AGAP. Ha nulla da comandarmi?

PANT. Gh’ho qua sta ricettina, se volè far grazia.

AGAP. Favorisca, lasci vedere. L’ha fatta il dottor Onesti?

PANT. Giusto ello.

AGAP. (Il signor dottore dell’acqua pura). (da sé) Sentiamo che cosa dice: Recipe aquam putei recenter extractam, ponatur in vase vitreo, deinde offeratur puellae, ut bibat ad satietatem. (Oh bella ricetta!) Signor Pantalone, ha veramente male la signora Rosaura?

PANT. Poverazza! Xe tanto tempo che la gh’ha mal, e nissun ghe trova remedio. (forte)

AGAP. Non faremo nulla.

PANT. No? mo perché? (forte)

AGAP. Con queste ricette non si guariscono le malattie.

PANT. Tutti me dise che sto dottor Onesti xe un omo de garbo.

AGAP. Se fosse un uomo di garbo, lo vedreste frequentare la mia spezieria.

PANT. Caro sior Agapito, vu me mettè in agitazion.

AGAP. Come?

PANT. Me mettè in agitazion. (più forte)

AGAP. Io vi parlo da amico. Il dottor Onesti va per le lunghe, non la finisce mai. Vi parlo contro il mio interesse, ma vi parlo da galantuomo.

PANT. Ve son obbligà, bisognerà muarlo. (forte)

AGAP. Volete che io vi dia un bravo medico? Un uomo grande? Un uomo celebre? Galantuomo, bravo teorico, bravo pratico?

PANT. Magari; ve sarò ben obbligà.

AGAP. Con chi siete obbligato? Coll’Onesti?

PANT. A vu sarò obbligà. Chi elo sto bravo miedego?

AGAP. Conoscete voi il dottor Buonatesta?

PANT. Non lo cognosso.

AGAP. Ho piacere che lo conosciate. Quello è il primo uomo del mondo.

PANT. Come poderavio far a poderlo aver? (forte)

AGAP. Poco può stare a capitar qui.

PANT. Vienlo qua? (forte)

AGAP. Oh, qui praticano tutti gli uomini grandi, e quelli specialmente che si dilettano di novità. Voi siete amante di nuove? Leggete i foglietti?

PANT. Mi no me ne diletto.

AGAP. Dunque se vi dilettate di nuove, sentite questa.

PANT. Mi vorria che vegnisse sto miedego.

AGAP. Sì, tanto che viene il medico. L’imperator della China sposerà la figlia del re del Mogol.

PANT. A mi no me ne importa.

AGAP. La Porta? Come c’entra la Porta? Il Turco non ha che fare colla China e col Mogol; sino che diceste il Gran Can de’ Tartari, direste bene; perché sentite: Si prevede che il Gran Can de’ Tartari, posto in gelosia di un tal matrimonio, si armerà alle frontiere della Tartaria. Ah, ah, che ne dite? È una bella nuova?

PANT. Vorria che vegnisse sto miedego.

AGAP. Oh eccolo ch’egli viene; osservate che gravità. Ah, che vi pare? All’aspetto solo non si ha da dire che è un uomo grande?

PANT. Certo l’è un omo de bella apparenza.

AGAP. Che apparenza? È un uomo di sostanza.

 

 

 


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