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Il dottore Onesti, il dottore Merlino, Tarquinio e Pantalone.
MERL. Signor Pantalone, vi son servitore.
MERL. Se non comanda altro, vado per i fatti miei.
ONES. (Via, pagate anche lui). (a Pantalone)
PANT. (Per aver dito quello che diseva i altri?)
ONES. (L’avete chiamato, convien pagarlo).
PANT. La perdona, la riceva sto piccolo regaletto per la cioccolata.
MERL. Obbligatissimo. (A me meno degli altri?) (da sé)
PANT. Cossa me disela de mia fia?
MERL. Faccia a modo del signor dottor Onesti, e non potrà errare.
TARQ. Ma il sangue è necessario.
MERL. Certamente il sangue vi vorrà senz’altro. (parte)
PANT. (Oh che caro dottor panchiana7! Sior sì, sior no, de qua, de là, co fa le banderiole8). (da sé)
TARQ. Signor Pantalone, gli son servo.
ONES. (Ehi, vuol la paga egli pure). (piano a Pantalone)
ONES. (Non avete sentito quante volte ha detto sangue, sangue; bisogna pagarlo).
PANT. Co ghe vorrà sangue, me prevalerò de ella.
TARQ. Signore, io ho detto la mia opinione.
PANT. E mi la mia.
PANT. Co l’è cussì, besogna pagarlo. Questo xe un filippo: xela contenta?
TARQ. Contentissimo. Anzi, per farvi vedere che vi sono grato, voglio darvi un altro ricordo.
TARQ. Se la signora Rosaura non volesse il sangue, se le potrebbero applicar le ventose. (parte)