Carlo Goldoni
Il giuocatore

ATTO PRIMO

SCENA SEDICESIMA

Precedente

Successivo

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

SCENA SEDICESIMA

 

Lelio, Tiburzio e detto.

 

LEL. Amico, vi sono schiavo.

FLOR. Padroni, vi riverisco.

LEL. Mi rallegro con voi.

FLOR. Di che?

LEL. Dei cinquecento zecchini.

FLOR. Eh bagattelle! Dite, avete saputo di quel maledetto sette?

LEL. Sì, l’ho saputo; gran disgrazia!

FLOR. Son veramente sfortunato.

LEL. Ehi, vedete quel signore? (a Florindo, accennando Tiburzio)

FLOR. (Chi è?)

LEL. (Un cavalier forastiere. Un gran giuocatore).

FLOR. (Ha denari?)

LEL. (Ha una borsa con quattro o cinquecento zecchini).

FLOR. (Mi dispiace che ora non posso; ho un affar di premura).

LEL. (Se perdete questa occasione, non vi capita mai più la vostra fortuna).

FLOR. (Fatelo venir questa sera).

LEL. (Dubito che questa sera vada via. Fate quattro tagli, e se va bene, piantatelo).

FLOR. (Volete che tagli io?)

LEL. (Sì, tagliate voi).

FLOR. (Via, ditegli qualche cosa). Brighella. (chiama)

 

 

 


Precedente

Successivo

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA1) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2009. Content in this page is licensed under a Creative Commons License