Carlo Goldoni
Il giuocatore

ATTO PRIMO

SCENA DICIASSETTESIMA

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SCENA DICIASSETTESIMA

 

Brighella e detti.

 

BRIGH. Signor.

FLOR. (Portate dei mazzi di carte). (sottovoce a Brighella)

BRIGH. (Gh’è dei gran sussurri). (a Florindo, piano)

FLOR. Animo; carte. (come sopra)

BRIGH. (Quando se tratta de zogar, nol s’arrecorda altro). (da sé, parte)

LEL. (Giuochiamo a metà?) (piano a Tiburzio)

TIB. (Sì, a metà).

BRIGH. Ecco le carte. (La procura de giustarla col sior Pantalon). (a Florindo)

FLOR. Non mi seccate.

BRIGH. Mi no lo seccherò più; sti siori ghe seccherà la scarsella. (parte)

FLOR. Signori, si vogliono divertire? Ecco un piccolo banco di dugento zecchini. (vuota la borsa in tavola)

LEL. Sì, divertiamoci un poco. Animo, volete puntare? (a Tiburzio)

TIB. Lo farò per compiacervi. Per accompagnarvi il punto. (siedono)

FLOR. Animo, signori, ecco fatto il taglio.

TIB. Sette, a due zecchini.

FLOR. Cari signori, so che è cattivo giuoco; ma vi prego per finezza di non mettere il sette.

TIB. Per qual ragione?

FLOR. Perché da ieri in qua il sette mi costa un tesoro.

TIB. Metterò un altro punto. Tre, a due zecchini.

LEL. Fante, a sei zecchini.

FLOR. Tre e fante. Tre ha vinto. Fante ha vinto. (paga, mescola, poi taglia)

TIB. Tre. (mettendo vari zecchini in tavola)

LEL. Fante. (facendo lo stesso)

FLOR. Capperi! Avete ben cresciuta la posta.

TIB. La nostra seconda.

FLOR. Ecco il tre, avete vinto. (sfogliando le carte)

TIB. Paroli.

FLOR. È andato. Fante ha vinto. Che diavolo ho in queste mani?

LEL. Paroli.

FLOR. Va subito. Oh maledetto fante! Or ora conteremo. Ecco il tre. Per dar i paroli son fatto a posta. Contiamo. Il tre venti zecchini, tre via venti sessanta; il fante trenta zecchini, tre via trenta novanta in un taglio cento cinquanta zecchini, è qualche cosa. Chi è di ?

BRIGH. La comandi.

FLOR. Portatemi una borsa di dugento zecchini. (mescolando le carte)

BRIGH. Subito. (Quel che vien de tinche tanche, se ne va da ninche nanche). (da sé, parte)

TIB. Tre al banco.

FLOR. (Fa il taglio)

LEL. Fante al banco.

FLOR. Maledettissimo fante! (straccia le carte, prende un altro mazzo)

LEL. (Tira il banco)

BRIGH. Son qua. (colla borsa)

FLOR. Presto denari.

BRIGH. (Poveri bezzi, i me peccà!) (da sé) La se ricorda del sior Pantalon. ( a Florindo)

FLOR. Non mi rompete il capo.

BRIGH. (Magari che el perdesse anca la camisa). (da sé, parte)

FLOR. Animo; ecco tagliato.

LEL. Cinque.

TIB. Nove.

FLOR. Cinque e nove. (giuoca) Nove; il diavolo dorme, ne ho tirata una; cinque, eccolo qui; tutti i punti contrari. (mescola e taglia)

LEL. Cinque.

TIB. Sette.

FLOR. Il sette non lo tengo.

TIB. Se non tenete il sette, non giuoco più.

FLOR. Via, per questa volta lo terrò. (giuoca) Cinque. Oh diavolo, diavolo! Subito la seconda.

LEL. Paroli.

FLOR. Voglio perder la testa. (giuoca) Ecco il sette. Oh maledetto sette!

TIB. Alla pace.

FLOR. No, paroli.

TIB. Benissimo, paroli.

FLOR. Se do questi due paroli, mi voglio tagliar le mani. (giuoca) Oh sette, sette! Oh, diavolo, portati questo sette. Sudo tutto, non posso più; ecco il fante, ecco il fante; povero me! Li do tutti. Brighella, Brighella.

 

 

 


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