Carlo Goldoni
Il giuocatore

ATTO PRIMO

SCENA DICIANNOVESIMA

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SCENA DICIANNOVESIMA

 

Florindo, poi Brighella

 

FLOR. (Va smaniando per la camera, battendo i piedi, stracciando le carte, buttandosi sul canapè e alzandosi, parlando come segue) Quattrocento zecchini, quattrocento zecchini in tre o quattro tagli? Tutti i punti? Tutti i paroli? Quel maledetto sette! Ma che dico del sette? Il fante! E il cinque! Tutti, tutti! Diavolo, portami; tutti!

BRIGH. Me domandavela?

FLOR. Ora venite?

BRIGH. Son andà a comprar della roba.

FLOR. Foste andato a farvi impiccare.

BRIGH. Cussì la parla con mi? Cossa ghoio fatto?

FLOR. Per causa vostra ho perso quattrocento zecchini.

BRIGH. Per causa mia? Come?

FLOR. Sì, per causa vostra. Siete andato via; non ho potuto avere altri denari, non mi son potuto rimettere.

BRIGH. Se ghe ne dava dei altri, la perdeva anca quelli.

FLOR. Siete una bestia.

BRIGH. Ma lustrissimo, non posso più sopportar d’esser strapazzà. Son un galantomo. Oltre el mio debito, la servo da fattor e da mistro de casa, e anca se occorre da staffier, e la me maltratta cussì?

FLOR. Caro Brighella, compatitemi, la passione mi opprime, non so quello ch’io mi dica.

BRIGH. E la vol seguitar a zogar?

FLOR. Se posso rifarmi de’ miei quattrocento zecchini, non giuoco mai più.

BRIGH. E per refarse de quelli, la perderà quei altri.

FLOR. Non mi fate cattivo augurio. Voi mi avete detto così anche questa mattina, e per questo ho perso.

BRIGH. Sì ben, mali auguri, superstizion, tutte cosse da zogadori.

FLOR. Come anderà il pranzo?

BRIGH. L’anderà ben, averò speso diese zecchini; anzi, se la me i favorisse, la me farà una finezza.

FLOR. Ve li darò, avete paura che non ve li dia?

BRIGH. Ma ghe ne averia bisogno per un mio interesse. (Li vorria avanti che el li perda tutti). (da sé)

FLOR. Adesso non ne ho.

BRIGH. Comandela che li toga fora del sacchetto?

FLOR. Signor no. Il sacchetto dei trecento zecchini non si ha da toccare per ora.

BRIGH. Ah, la lo vol perder cussì bello e intiero.

FLOR. Non mi parlate di perdere, che vi venga il malanno.

BRIGH. Ecco qua, subito strapazza.

FLOR. Per oggi non mi tormentate.

BRIGH. La vada a trovar el sior Pantalon.

FLOR. Vada al diavolo anche .

BRIGH. Siora Rosaura l’aspetta.

FLOR. Maledette anche le donne.

BRIGH. Tutte?

FLOR. Lasciatemi stare.

BRIGH. El zogo lo trasforma, e lo farà deventar matto.

FLOR. Petulante, insolente, se non avrete creanza, adoprerò il bastone. (parte)

BRIGH. El baston? Anca el baston? A sta sorte de eccessi arriva un omo scaldà dal zogo? El signor Florindo l’è stà sempre dolce de temperamento, onesto, proprio e civil, e per el zogo l’è deventà insoffribile. Aspetto che el fazza delle iniquità. Gran vizio l’è quello del zogo, gran vizio! Donne e zogo i è do brutti vizi. Però le donne, quando se vien vecchi, bisogna lassarle per forza, ma el zogo el se porta anca alla sepoltura.



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