Carlo Goldoni
Il giuocatore

ATTO SECONDO

SCENA SEDICESIMA

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SCENA SEDICESIMA

 

Florindo, poi Lelio e Tiburzio.

 

FLOR. Voglio vedere quanto ho perso. (siede, cava la borsa e conta) Gran disgrazia! Se non mi rifaccio oggi, non mi rifaccio mai più.

LEL. Signor Florindo, alla vostra salute. (di dentro)

FLOR. (Che tu possa crepare!)

TIB. E viva il sette. (di dentro)

FLOR. (Sette corni che vi sbudellino).

LEL. Signor Florindo, oh che pasticcio! Venite a sentirlo, che è una cosa prodigiosa. (esce, ed entra subito)

FLOR. Vengo, vengo, per non mostrar passione mi sforzerò a mangiare. Dopo pranzo con questi pochi mi rifarò. (entra)

 

 

 


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