Carlo Goldoni
Il giuocatore

ATTO SECONDO

SCENA DICIOTTESIMA

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SCENA DICIOTTESIMA

 

Florindo e detti.

 

FLOR. Via di qua. (ad Arlecchino) (I due Servi che puntano, si scostano dal tavolino)

ARL. Me devertisso. (a Florindo)

PRIMO SERV. Perdoni, illustrissimo, anderemo via.

FLOR. No, no; voi fermatevi. Andate via di qua, vi dico. (Li due Servitori partono)

ARL. La me lassa veder sto ponto.

FLOR. Animo, pezzo d’asino. Bella cosa! Il vizio del giuoco? Se giuocherai, ti licenzierò. Un servitore che giuoca, non bada al servizio e ruba al padrone.

ARL. E un patron che zoga, el strapazza el povero servitor, e qualche volta el ghe roba el salario. (parte)

 

 

 


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