Carlo Goldoni
Il giuocatore

ATTO TERZO

SCENA PRIMA

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ATTO TERZO

 

 

 

SCENA PRIMA

 

Florindo, poi Brighella.

 

FLOR. Oh cospetto, cospetto! Oh sorte indegna! Oh fortuna crudele! Oh diavolo, perché non vieni a portarmi via? Li ho persi tutti, non ho più un soldo. Son disperato. Non so più come fare a giuocare; non so più come rifarmi. Dov’è un laccio, che m’appicchi? Dov’è un coltello, che mi passi il cuore? Che dirà la povera sventurata Rosaura?

BRIGH. La diga, comandela che fazza vegnir la siora Rosaura?

FLOR. (Passeggia, e non risponde)

BRIGH. La diga, com’ela andada?

FLOR. Datemi un bicchier d’acqua, per carità.

BRIGH. (Ho inteso, l’è sciutto affatto). (da sé) Vólela che la vegna, o che la vaga?

FLOR. Non so...

BRIGH. La senta sta gran cossa che la gh’ha da dir.

FLOR. Via, fatela venire. (sospirando)

BRIGH. (Oh, gh’è del mal assae). (da sé, parte)

FLOR. Con che cuore ho da parlare a Rosaura? Ah, se mi potessi rifare! La notte è per me favorevole: se aspettavo a giuocar di notte, felice me! Ma li ho persi tutti di giorno. Se per questa sera sapessi dove ritrovar denari, spererei avanti domani ricuperare i perduti.

 

 

 


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