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Il Conte ed il signor De' Martini.
Voglio soddisfazione. |
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CON. |
(Orsù, questa non è Casa, per quel ch'io vedo, da frequentar da me). (da sé) |
CON. |
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Voglio soddisfazione. |
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CON. |
Ehi, signor de' Martini, zitto, che siamo in due; Ognuno in questo caso può far le parti sue. Ma io coi pari vostri, se von soddisfazione, |
Vossignoria illustrissima non sa quel che m'han fatto. |
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CON. |
Per me vi parlo schietto, non vo' diventar matto; Non vo' scaldarmi il sangue; di core ve lo dico, Se posso compiacervi, vi sarò buon amico. |
CON. |
Candidamente io parlo; Son corso in un impegno, e voglio consumarlo. A momenti s'aspetta che venga il feudatario Promesso ho di parlare a pro del commissario. Puol esser che una volta qui di venir m'accada, E finché ci son io, vossignoria sen vada. Dopo, vi torno a dire, tornate francamente; |
CON. |
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Aspetto il commissario. |
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CON. |
No, qui non l'aspettate. |
CON. |
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CON. |
Dice bene il proverbio, lo provo in questo giorno: Alfine s'infarina, chi del mulin va intorno. Dai oggi, dai domani, cambia, ricambia amori, Alfin si trovan quelli che costano sudori: Impegni con signori, impegni con amanti, Pericolo alla vita, pericolo ai contanti. Per me, che son nemico di affanni e di tormenti, Sta volta ho ritrovato buon pan per i miei denti. Mi consolo per altro, che durerà per poco: Grand'acqua non ci vuole per spegnere il mio foco. |