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ORS. Ah signor Commissario.
ORS. Sono precipitata.
ORS. Dopo che si pubblicò l'armistizío, ho aperto due banche di faraone, ci ho messo sopra tutto quello che aveva, sperando di guadagnare moltissimo, sono venuti a mettere quattro uffiziali, e in un momento hanno sbancato i due tavolini, e sono rimasta senza un quattrino.
ORS. Il diavolo se li è portati
POLID. Andate al diavolo ancora voi.
ORS. Via, ci vuol pazienza. Se ora è andata male, un'altra volta anderà bene. Vi ricordate quello che mi avete promesso?
POLID. Vi dico chiaro, netto, rotondo, che non ne vo' piú sapere.
ORS. Ed io vi dico chiaro, netto, rotondo, che se non mi manterrete quello che mi avete promesso, andrò dal Generale, gli scoprirò tutti i monopoli che fate; il danaro ad usura al venti e al trenta per cento; che nel pane della milizia ci frammischiate segala, veccia e lupini; che, in vece di mandare a far la legna nei boschi, per risparmiar le vetture fate devastar le campagne, tagliar le viti, e gli alberi, e i pali che le sostengono; che proteggete i malviventi all'armata; che siete interessato nel giochi, nelle bettole, nei festini. Sí signore; e se questo è poco, ho una giuntarella segreta, con cui mi darò l'onor di servirla. La riverisco divotamente. (parte)
POLID. L'elogio non è cattivo; la minaccia è calzante; lo spirito è ben disposto; è donna, ha bisogno, le ho promesso, le ho fatte delle confidenze. Sa tutti i fatti miei, può rovinarmi; bisognerà ch'io pensi a quietarla. Benissimo. (parte)