Carlo Goldoni
Lugrezia romana in Costantinopoli

ATTO PRIMO

SCENA NONA

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SCENA NONA

 

Collatino e detti.

 

COLL.

Che vedo! Qui Lugrezia!

Qui la consorte mia?)

 

ALB.

Sì, sì, mia vita,

Tu sarai l'amor mio.

 

LUGR.

Tu il mio tesoro.

 

ALB.

Cara.

 

LUGR.

Caro.

 

COLL.

(Che indegni!)

 

ALB.

} a due

Io per te moro.

LUGR.

ALB.

Dammi un amplesso almeno.

 

LUGR.

Oh quest'è troppo.

 

ALB.

La mia sposa non sei?

 

LUGR.

Sì, ma...

 

ALB.

Che ma?

 

LUGR.

Offender non vorrei la mia onestà.

 

COLL.

(Forse si pente!)

 

ALB.

Come!

Offender l'onestà con suo marito?

 

LUGR.

È vero, m'ingannai;

Dunque, s'io ne son degna,

Prendi un amplesso mio.

 

COLL.

Fermati, indegna.

 

LUGR.

(Che mirate, occhi miei?)

 

ALB.

Chi sei, che ardito

S'oppone al piacer mio?

 

COLL.

Collatino son io,

Di Lugrezia marito.

 

ALB.

Va al diavolo. Mia cara,

La scena seguitiam.

 

LUGR.

Or più non sono

Libera qual credea; vivo un marito,

Non vuò prenderne un altro;

Son Lugrezia Romana,

Figlia del Culiseo, femmina onesta.

 

ALB.

Olà: tagliate a Collatin la testa.

 

COLL.

Oimè, Lugrezia, oimè!

 

LUGR.

Fermate un poco.

Deh per pietà sospendi

Il decreto bestial; mira a' tuoi piedi

Quella tua Lugrezina

Delle viscere tue visceronaccia:

Per questo mio sembiante

Ritratto della luna,

Per questo sen ch'in candidezza uguaglia

Il color della paglia,

Per queste luci mie...

 

ALB.

Sorgi, mia cara,

Vincesti, io gli perdono;

La testa in grazia tua, bella, gli dono.

 

COLL.

(Oimè! respiro).

 

LUGR.

Il labbro mio vermiglio

Ringraziarti non sa.

 

ALB.

Ma senti, io voglio

Però, che se ne vada.

 

COLL.

(Lugrezia, di' di no). (piano a Lugrezia)

 

LUGR.

Ah, s'egli parte,

Morirò disperata.

 

ALB.

Orsù, Lugrezia,

Sentimi, a questo punto io mi riduco:

O ch'egli parta, o che si faccia eunuco.

 

LUGR.

Udisti?

 

COLL.

Ahi, troppo intesi.

 

LUGR.

Or che risolvi?

 

COLL.

Il doverti lasciare, il farmi eunuco,

Son due disgrazie grandi,

Che risolver non so.

 

LUGR.

Prendiamo tempo.

Signor, la tua proposta

Merita un gran riflesso;

Avanti sera ei ti darà risposta.

 

ALB.

Questo tempo gli do per amor tuo.

 

LUGR.

Ritirati, mio bene.

 

COLL.

Ah, non vorrei...

 

LUGR.

Di che temi?

 

COLL.

Non so: le tue bellezze

Mi fanno paventar.

 

LUGR.

Non dubitare:

Giuro di non far torto al matrimonio.

Io ti sarò fedele

Qual novella Cleopatra a Marcantonio.

 

COLL.

Così parto contento.

Ahi, mi si spezza il cor! che fier tormento!

 

Parto, non ho costanza;

Nella mia lontananza

Ricordati di me.

Buona sera, mia cara

Lugrezia, ti ricordo la mia .

Vado, ma nel partire

Il cor meco non parte,

Perché si sta con te. (parte)

 

 

 

 


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