Carlo Goldoni
Lugrezia romana in Costantinopoli

ATTO SECONDO

SCENA SECONDA

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SCENA SECONDA

 

Collatino, e detta.

 

COLL.

Lugrezia!

LUGR.

Collatino!

COLL.

Laticino del Lazio!

LUGR.

Talpone del Tarpeo!

COLL.

Gloria del Campidoglio!

LUGR.

Onor del Culiseo!

COLL.

Qual nuvola importuna

Copre in una pupilla

La metà di quel sol ch'in te scintilla?

LUGR.

Caro il mio Collatino,

Temo che non mi venga un cancherino.

COLL.

Lascia veder, mio bene.

LUGR.

Ahimè, non mi toccar.

COLL.

Farò pian piano. (gli leva il bollettino)

Allegra, anima mia, che l'occhio è sano.

LUGR.

Grazie al cielo, ci vedo.

Ma dimmi, anima mia, nelle sventure

Come vieni sì grasso?

COLL.

Io grasso! oh bella!

Tu sì, cara consorte,

Sei un pan di botirro.

LUGR.

Io certamente

Non ho sulla mia pelle alcuna rappa,

Son bella, tonda e grossa, e non son fiappa.

COLL.

Si vede ben...

LUGR.

Ma dimmi:

Dal naufragio comun come sortisti?

COLL.

A un timon di galera io m'attaccai,

Onde... ma viene il re.

LUGR.

Salvati, presto.

COLL.

Dove!

LUGR.

Cieli, non so.

Colà dentro: ma no.

Vanne di qua: nemmeno.

Vien con me: non va bene.

Entra : non conviene.

Presto, non v'è altro caso:

Nasconditi, ben mio,

dove sta delle immondizie il vaso.

COLL.

Tremo da capo a piè per il timore;

Guai se no avessi di romano il core! (si ritira)

 

 

 


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