Carlo Goldoni
Lugrezia romana in Costantinopoli

ATTO TERZO

SCENA SECONDA

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SCENA SECONDA

 

Collatino colla spada alla mano, e detti.

 

COLL.

Traditor, assassin, lasciala star.

ALB.

Cosa vieni, importuno,

A rompermi la testa?

COLL.

Mia consorte è cotesta,

Non voglio che di lei facci strapazzo:

O lasciala in sto punto, o ch'io t'ammazzo.

ALB.

Se tu dici davvero,

Amico, di lasciarla son contento.

(D'un Romano il valor mi fa spavento).

COLL.

Mia diletta Lugrezia,

Vanne, che salva sei.

LUGR.

Vi ringrazio di core, amici Dei.

Ora fremi, superbo,

Ch'io, qual nocchier giunto sicuro al lido,

Delle tempeste tue mi burlo e rido.

 

Sta il cacciatore

Il cucco insidiando,

Ed egli burlando

Gli dice cu cu.

Così nell'insidie

Che a me tenderai,

Deluso sarai,

Fellone, ancor tu. (parte)

 

 

 


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