Carlo Goldoni
La donna di testa debole

ATTO SECONDO

SCENA TERZA

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SCENA TERZA

 

Brighella, poi Don Fausto.

 

BRIGH. Oh bella! costù ha credudo che a dirghe mezzan avesse in considerazion la statura, e no l'offizio de portar le lettere. Za me ne son accorto, che l'aveva qualche lettera de sior don Roberto per donna Violante. Se giera qua el me padron, voleva certo ch'el fasse de tutto de véderla, e de saver... Eccolo: el me par stralunà.

FAU. (Donna Violante vuol essere oggetto delle altrui derisioni). (da sé)

BRIGH. Cossa averia pagà, sior padron, che la fusse stada qua za un momento!

FAU. Pagherei anch'io non aver saputo quello che mi è stato fatto sapere.

BRIGH. Qualche novità, signor?

FAU. Donna Violante nella debolezza di un saccentismo ridicolo; e don Roberto si burla villanamente di lei.

BRIGH. Sior don Roberto poco fa ha mandà una lettera alla signora donna Violante per el so servitor.

FAU. Don Roberto aspira al di lei possesso, e ciò non ostante ha l'imprudenza di farne giuoco.

BRIGH. E vossignoria la lassa far, e no la se rissente?

FAU. Mi risento anche troppo, ma ho la sfortuna che a donna Violante le mie parole dispiacciono.

BRIGH. Le ghe despiase, signor, perché, la me perdona, la ghe contradise a tutto con un poco troppo de austerità.

FAU. Guai a coloro che per fare la corte ad una donna di testa debole, non si fanno scrupolo a secondarla. Essi sono colpevoli delle sue leggerezze; e le funeste impressioni che le si formano dagli adulatori nella mente e nel cuore, non si cancellanofacilmente.

BRIGH. Non so cossa dir; vossignoria parla da quel signor savio e prudente che l'è. Mi, se ardisso de suggerir qualche volta, lo fazzo per el desiderio che ho de véderlo contento. So che el ghe vol ben, so che l'è una vedua che pol esser ricca, se la vence la causa, come se spera che l'abbia da guadagnar. Vedo che per rason de condotta vossignoria la desgusterà, e per questo el zelo, l'amor, la servitù, la mia età medesima, e sora tutto la bontà che l'ha sempre avudo de tollerarme, me sforza a pensar, me anima a dir, e me trasporta a desiderar.

FAU. Io non cesserò mai di far conto dell'amor tuo, del tuo zelo, della tua fedeltà. Voglio però instruirti in una massima, che mostri presentemente o di non perfettamente intendere, o di non credere necessaria. Due sono le strade che possono condur l'uomo al possedimento d'un bene. L'una è la via retta e giusta, per la quale vi si giunge forse più tardi; l'altra è la tortuosa e falsa, per cui pensan gli uomini d'arrivarvi più presto. Ma che succede dappoi? Lo perdono colla stessa sollecitudine con cui hanno studiato di conseguirlo. La verità presto o tardi ha da avere il suo luogo, ha da conoscersi, ha da trionfare; e sono tanto più grati della verità i trionfi, quanto sono più certi, più durevoli, e più dal merito sostenuti.

 

 

 


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