Carlo Goldoni
La donna di testa debole

ATTO SECONDO

SCENA OTTAVA

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SCENA OTTAVA

 

Servitore e dette; poi Don Fausto.

 

SERV. Signora, il signor don Fausto.

VIO. Lupus est in fabula.

AUR. Che cosa dite?

VIO. Non l'intendete niente niente il latino?

AUR. Niente affatto. Tutti non posson essere virtuosi come voi, cara donna Violante.

VIO. Sì, è vero, ma don Fausto aspetta.

AUR. Digli che passi, che è padrone. (Servitore va via) Così bel bello, io vi farò la mezzana.

VIO. Se non volete ch'io resti...

AUR. Via, non si può scherzare?

VIO. Sì, per ischerzo tutto licet.

FAU. (Qui donna Violante?) (da sé)

AUR. Avanti, signor don Fausto.

VIO. Avete forse soggezione di me?

FAU. Signore, son vostro servo.

VIO. Voi non credevate trovarmi qui.

FAU. No certamente, signora.

VIO. Bravissimo! almeno per farmi una buona grazia, potevate dire che siete venuto per me.

FAU. Non voglio darmi quel merito che non ho. Son contento d'avervi qui ritrovata, ma non sapeva che voi ci foste.

VIO. Avete saputo che ci doveva essere mia cognata.

FAU. Molto meno, signora.

VIO. Eh via, donna Aurelia ve lo averà fatto sapere

FAU. No certamente, vi dico.

AUR. Amica, voi mi offendete. Pare ch'io voglia tener mano a delle conferenze sospette.

FAU. Avete voi ricevuta una lettera di don Roberto? (a donna Violante)

VIO. No, non l'ho ricevuta. Come sapete voi ch'io la dovessi ricevere?

FAU. Il di lui servo ve la doveva recare.

VIO. So cosa deve essere. Egli mi fa la restituzione della copia del mio madrigale.

FAU. Credo vi sia qualche cosa di più.

VIO. Che vuol dire?

FAU. Una insolente satira contro di voi.

VIO. Contro di me una satira?

FAU. Sì; vi divertirete.

AUR. (Quanto pagherei questa satira di vederla!) (da sé)

VIO. Voi come lo sapete?

FAU. Lo so, perché mi è stato narrato.

VIO. Una satira contro di me? Muoio di volontà di vederla. Chi l'ha fatta, s'aspetti una risposta che lo farà intisichire.

FAU. No, donna Violante...

AUR. Eh sì, lasciate ch'ella risponda; vi va della sua riputazione.

FAU. E voi, signora, la seducete?

AUR. Donna Violante non ha sì poco spirito per lasciarsi sedurre.

VIO. Io non sono un'ignorantella. So le mie convenienze; a chi mi ha contro, voglio rendere pan per focaccia, come scrive il Boccaccio alla novella settantaotto.

AUR. Oh bravissima!

FAU. Sempre più vi compiango.

VIO. Sempre più mi venite a noia. Donna Aurelia, vado via, perché la bile mi ristringe l'esofago. Ma giuro al cielo, mi sfogherò. Don Fausto insolentissimo, nella satirica mia risposta vi saprò cacciare anche voi. (parte)

 

 

 


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