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Orazio solo.
Questi è uno che vuol far la fortuna di suo fratello. Io frattanto cercherò di fare la mia; ma mi conviene far presto, perché oramai l'impostura va un poco troppo alla lunga, e per dir vero, mi stanco io medesimo d'imposturare e a poco per volta divengo odioso a me stesso. Ah! chi l'avesse mai detto al mio povero padre ch'io dovessi così mal corrispondere all'amore che ebbe per me. Scellerati amici, compagni indegni! Voi mi avete al precipizio condotto; e chi principia a sdrucciolare una volta, difficilmente si regge, o torna difficilmente nel buon sentiero. Che sarà di me alla fine? Questo è il più funesto de' miei pensieri. Abbandoniamolo: pensiamo a vivere alla giornata. Vi sono degli impostori fortunatissimi. Chi sa? Non forse... allegramente. (parte)