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SCENA PRIMA
FLAM. Venite, che ora non c'è nessuno.
ORAZ. Lo so che vostro padre è andato ai suoi magazzini; ma vostro fratello dov'è?
FLAM. Mio fratello è andato non mi ricordo dove, ma se non torna a casa, non vi è pericolo che venga qui.
ORAZ. Bravissimo. E se ritorna a casa?
FLAM. Se torna a casa, lo sapremo anche noi.
ORAZ. E se mi trova qui, che cosa dirà?
FLAM. Io poi non posso sapere che cosa dirà.
ORAZ. Bisognerebbe spicciarsi presto. Avete avvisata la signora Costanza?
FLAM. L'ho avvisata; mi ha detto che or ora verrà qui da voi.
ORAZ. Ha mostrato piacere, quando le avete detto che io le voleva parlare?
FLAM. Non lo so, da giovine da bene; non lo so, da soldato onorato.
ORAZ. Che gesti ha fatto, quando le avete parlato di me? Ve ne ricordate?
FLAM. Sì, me ne ricordo. Ha fatto il bocchino, è divenuta rossa, pareva che si vergognasse, mi ha detto vengo subito, e poi è corsa a guardarsi nello specchio.
ORAZ. (Si vede che costei ha dell'inclinazione per me) (da sé) Ma quando viene? Il tempo vola, e noi possiamo essere sorpresi.
FLAM. Or ora verrà. Intanto vi farò vedere come gioco la bandiera.
ORAZ. No, caro amico, ciò si farà un'altra volta: fatemi grazia di sollecitar a venire la signora Costanza, o noi andiamo da lei.
FLAM. Facciamo come volete... ma zitto, che sento venir qualcheduno.
FLAM. Sì, è ella senz'altro. La conosco al tìcchete tàcchete delle scarpette.
ORAZ. Eccola per l'appunto. È dessa.
FLAM. Via, presto, non vi fate pregare. (verso la scena)
ORAZ. Torna indietro? Perché? (a Flaminio)
FLAM. Venite qui; non vi vergognate. (come sopra)