Carlo Goldoni
L'impostore

ATTO TERZO

SCENA SESTA

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SCENA SESTA

 

Un soldato di quelli di Orazio e detti.

 

SOL. (In qualche distanza la cenno al Tenente che gli vorrebbe parlare e consegnargli una carta)

TEN. Accostatevi. (al Soldato)

SOL. Devo presentare questo viglietto a V.S. illustrissima.

TEN. Chi lo manda?

SOL. Non lo so, signore. Me l'ha dato uno ch'io non conosco.

TEN. Siete voi di questo paese?

SOL. No, signore, son forestiero.

TEN. Soldato di queste truppe?

SOL. Son soldato non so nemmen io di chi.

TEN. Che vuol dire?

SOL. Favorisca di leggere.

TEN. Quell'uniforme è compagno del nostro.

SOL. È vero, signore.

TEN. Di qual reggimento siete?

SOL. D'un reggimento... Legga, signore, che qualche cosa saprà.

TEN. Sentiamo. (apre e legge)

«Signor Offiziale. Due disertori del suo reggimento si trovano qui nascosti. Uno di essi è pronto a svelare il compagno, e di più dargli nelle mani da venti uomini belli e vestiti, se ne ha di bisogno, purché gli sia accordata l'impunità. Il lator del presente è un onorato galantuomo. A lui è pregato il signor Offiziale dire la sua intenzione, e dar la parola d'onore se sia lecito a chi scrive potersi francamente presentar ».

(Bellissimo avvenimento! Sono in traccia di disertori, e due ne trovo, dove meno me li aspettava. Ho bisogno far reclute, e me ne vengono offerte in buon numero, vestite ancora. L'occasione non s'ha da perdere. Qui conviene facilitare, tanto più che senza dipender dal Governo, usar non posso in paese straniero della mia autorità). (da sé) Galantuomo, accostatevi. (chiama il Soldato in disparte, dove non possa essere dagli altri inteso)

SOL. Sono ad obbedirla.

TEN. Ditemi, non sareste già voi quello che ha scritto?

SOL. Io non so scrivere, signore, e se sapessi scrivere, non mi sarei fatto soldato.

TEN. Quanto tempo è che siete soldato?

SOL. Pochi giorni; mi hanno promesso l'ingaggio, e non ho avuto niente, e non ho nemmeno avuto la paga.

TEN. Quello che ha scritto, lo conoscete? Ditemi la verità; già io vi giuro da offiziale d'onore, che non gli voglio far male.

SOL. Quando la mi dice così, le confesserò che lo conosco benissimo, e le dirò che egli ha nome Brighella, e si che sia sargente.

TEN. Orsù, andate da questo tale, ditegli che sicuramente, sulla mia parola, venga a parlare con me, che non gli sarà fatto verun insulto.

SOL. Vado subito a consolarlo. (fa la sua riverenza, e parte)

 

 


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