Carlo Goldoni
L'impostore

ATTO TERZO

SCENA QUINDICESIMA

Precedente

Successivo

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

SCENA QUINDICESIMA

 

Orazio e detti.

 

ORAZ. (Misero me! Son perduto!) (da sé, confuso)

RID. Mi rallegro con voi, signor colonnello.

ORAZ. Di che, signore?

RID. Dell'arrivo fortunato di tutta la vostra gente. Ora il reggimento sarà completo.

ORAZ. Sì, è completo. (confusamente)

PANT. Ma i abiti, patron? I dise che la zente è vestida.

ORAZ. Sì, è vestita... ma vestiario vecchio... Domani vestirete voi.

PANT. Voleva ben dir mi!

DOTT. Che ha, signor colonnello, che mi pare un poco confuso?

ORAZ. Vi pare poco imbarazzo questo? Arrivarmi a ridosso tanta gente, e queste cambiali nessuno le vuol pagare? Signor Pantalone, ho bisogno di denaro.

RID. Bisogna dargliene, signor Pantalone.

PANT. E i abiti?

ORAZ. Per gli abiti si parlerà. Ora vuol esser denaro.

RID. Denaro vuol essere, e non parole. (a Pantalone)

PANT. Denaro, denaro! A proposito di denaro, anca mi, signor, aspetto lettere dal corrispondente.

ORAZ. Che lettere? Mi maraviglio di voi. La cambiale è a vista; pagatela o, giuro al cielo, mi farò giustizia colle mie mani.

RID. Pagatela, signor Pantalone, che sarà meglio voi.

PANT. Come! In casa mia prepotenze?

DOTT. Fratello, abbiate giudizio.

ORAZ. Animo, dico, fuori il denaro. (a Pantalone)

RID. Denaro, signor Pantalone.

 

 


Precedente

Successivo

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA1) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2009. Content in this page is licensed under a Creative Commons License