Carlo Goldoni
La famiglia dell’antiquario

ATTO TERZO

Scena Terza. Pantalone, Pancrazio e detto

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Scena Terza. Pantalone, Pancrazio e detto

 

PANTALONE Caro sior Conte, la sa che ghe son bon amigo.

ANSELMO Compatitemi, ero imbarazzato. Signor Pancrazio, che fortuna è la mia che siate venuto a favorirmi?

PANCRAZIO Ho saputo che Vossignoria ha fatto una bella compra d'antichità, e sono venuto, se permette, a vedere le sue belle cose.

PANTALONE L'ho menà , sior Conte, l'ho menà , perché anca ho savesto che l'ha fatto una bella spesa (Credo che l'abbia buttà i bezzi in canal, e pól esser che me riessa d'illuminarlo).

ANSELMO Sentite, signor Pancrazio, ora posso dire che in questa città niuno possa arrivare alla mia galleria. Ho delle cose preziose.

PANCRAZIO Le vedrò volentieri. Vossignoria sa ch'io ne ho cognizione.

ANSELMO È vero; voi siete il più pratico e il più intendente antiquario di Palermo. Date un'occhiata a quelle casse e vedete se son piene di piccoli tesoretti.

PANCRAZIO Con sua licenza (va a vedere nelle casse).

ANSELMO Caro signor Pantalone, compatite se vi ho piantato, quando eravamo in camera colle due pazze. Moriva di voglia di veder queste belle cose.

PANTALONE Sior Conte, possibile che alla casa no la ghe vóggia pensar gnente?

ANSELMO Se ci penso? E come! Ditemi, come è andata la cosa? Come si è terminato il congresso?

PANTALONE Ghe dirò; dopo che la andada via ella...

ANSELMO Ebbene, signor Pancrazio, che dite? Sono cose stupende, cose rare, non più vedute?

PANTALONE (Vardé come che el m'ascolta).

PANCRAZIO Signor Conte, permette ch'io parli con libertà?

ANSELMO Sì, dite liberamente il vostro parere.

PANCRAZIO Prima di tutto, crede ella ch'io sia un uomo d'onore?

ANSELMO Vi tengo per un uomo illibatissimo, come siete e come decanta tutta Palermo.

PANCRAZIO Crede ch'io abbia cognizione di queste cose?

ANSELMO Dopo di me, non vi è nessuno meglio di voi.

PANCRAZIO Quanto ha pagato tutta questa roba?

ANSELMO Sentite, ma in confidenza, che nessuno lo sappia; l'ho avuta a un prezzo bassissimo. Per tremila scudi.

PANCRAZIO Signor Conte, in confidenza, che nessuno ci senta: questa è roba che non vale tremila soldi.

ANSELMO Come non vale tremila soldi?

PANTALONE (Bella da galantomo!).

ANSELMO L'avete bene osservata?

PANCRAZIO Ho veduto quanto basta per assicurarmi di ciò.

ANSELMO Ma i crostacei?

PANCRAZIO Sono ostriche trovate nell'immondizie, o gettate dal mare quando è in burrasca.

PANTALONE Trovate sui monti del poco giudizio.

ANSELMO E i pesci petrificati?

PANCRAZIO Sono sassi un poco lavorati collo scarpello, per ingannare chi crede.

PANTALONE Ghe sarà anca petrificà e indurio el cervello de qualche antiquario.

ANSELMO E le mummie?

PANCRAZIO Sono cadaveri di piccoli cani, e di gatti, e di sorci sventrati e seccati.

ANSELMO Ma il basilisco?

PANCRAZIO È un pesce marino che i ciarlatani sogliono accomodare in figura di basilisco, e se ne servono per trattenere i contadini in piazza, quando vogliono vendere il loro balsamo.

ANSELMO Signor Pancrazio, voi m'uccidete, voi cavate il cuore. E i quadri, le pitture, le miniature?

PANCRAZIO Per quel poco che ho veduto, sono cose che possono valere cento scudi, se vi arrivano.

ANSELMO Dubito che vi vogliate prendere spasso di me, o che lo facciate per indurmi a vendervi queste robe a buon mercato; ma v'ingannate, se lo credete.

PANCRAZIO Io sono un uomo d'onore. Non son capace d'ingannarvi; ma vi dico bensì che siete stato tradito.

PANTALONE E chi l'ha tradio quel baron de Brighella.

ANSELMO Brighella è onorato.

PANTALONE Brighella un furbazzo, e ghe lo proverò.

ANSELMO Come lo potete dire! Come lo potete provare?

PANTALONE Se recòrdela dell'armeno che gh'ha vendù el lume eterno delle piramidi d'Egitto e tutte quell'altre belle cosse?

ANSELMO Me ne ricordo sicuro; e quella pure è stata un'ottima spesa.

PANTALONE Co bona grazia, l'aspetta un momento: el qua, ghel fazzo vegnir (parte).

ANSELMO Avrà qualche altra cosa rara da vendere.

PANCRAZIO Caro signor Conte, dispiace sentire ch'ella getti malamente i suoi denari.

ANSELMO Compatitemi, non ne sono ancor persuaso. Brighella ha fatto fare questo negozio. Brighella se ne intende quanto voi, e non è capace d'ingannarmi.

PANCRAZIO Brighella se ne intende quanto me? Mi fa un bell'onore. Signor Conte, io sono venuto per illuminarla, mosso dall'onestà di galantuomo ed eccitato a farlo dal signor Pantalone. Vossignoria è attorniato da bricconi che l'ingannano e le fanno comprare delle porcherie, e però...

ANSELMO Mi maraviglio, me n'intendo; non sono uno sciocco (alterato).

PANCRAZIO Servitore umilissimo (parte).

ANSELMO Che caro signor Pancrazio! Parla per invidia. Vorrebbe discreditare la mia galleria, per accreditare la sua. Me n'intendo; conosco; non lascio gabbare.

 


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