Carlo Goldoni
Il festino

ATTO PRIMO

SCENA PRIMA

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ATTO PRIMO

SCENA PRIMA

Camera in casa del Conte

Il Conte e Balestra.

 

BAL.

Creda, signor padrone, la cosa è naturale,

Mancano i sonatori sul fin del carnovale.

Non se ne trova uno di buona o trista razza;

Sono impegnati in feste sino gli orbi di piazza.

CON.

Tant'è, son nell'impegno; stassera io vuò la festa:

Due trombe e due violini trovar solo mi resta.

S'han da trovar, Balestra, s'han da trovar costoro;

Li voglio, s'io credessi di spender un tesoro.

BAL.

Ma come si ha da fare?

CON.

Come, ti dirò io:

Con dodici zecchini verranno al cenno mio.

Trovali tutti e quattro. Se fossero impegnati,

Di' loro che con arte si fingano ammalati.

Di notte a casa mia, guidati da Balestra,

Vengano mascherati e suonino in orchestra.

BAL.

Ma se nessun volesse...

CON.

Il denar tutto può.

Non bastan tre zecchini? sei per un ne darò.

Son nell'impegno, e uscirne ad ogni costo io voglio.

BAL.

Creda, signor padrone, vi sarà dell'imbroglio.

Se fosse a un altro giorno l'invito trasportato,

Può darsi che s'avesse l'orchestra a buon mercato.

Perché...

CON.

Si perde il tempo; svolgermi in van si spera.

Corso è l'invito, e il ballo dee farsi in questa sera.

Tu sai chi sono; avverti non mi trovar obbietto.

Vuò quattro sonatori; accordali, e ti aspetto.

Basta che non ti veda tornare inutilmente.

Balestra, sai chi sono, si spenda allegramente.

BAL.

Allegramente dunque si spenda e si profonda,

E l'esito felice al genio corrisponda.

Intanto, per far breccia nel cuor dei sonatori,

Mi dia, signor padrone, la borsa con degli ori.

CON.

La borsa ci sarà, ci saran le monete;

So ben che i sonatori son persone discrete.

Essi non temeranno ch'io non mantenga il patto,

Non si usa in casi tali pagare innanzi tratto.

BAL.

Non si usa, e non si paga; ma il caso è differente:

Ci voglion de' zecchini, se no non farem niente.

CON.

Ne aspetto.

BAL.

Differire si può dunque la festa.

CON.

Non posso differirla. Ti romperei la testa.

Vattene per pietà.

BAL.

Vado.

CON.

Dove anderai?

BAL.

Vorrei di questa casa andar lontano assai.

CON.

Vieni qui.

BAL.

Mio signore.

CON.

Impegna quest'anello.

BAL.

(Ecco, i divertimenti fan perdere il cervello). (da sé.)

CON.

Prendilo.

BAL.

Sì, signore.

CON.

Per otto giorni al più,

Trova zecchini trenta.

BAL.

(Non lo riscuote più). (da sé.)

CON.

Che hai? Questo accidente per me ti reca duolo?

Se son senza denari, Balestra, io non son solo;

E solo non sarò forse in un caso pari,

Ad essere in impegno e non aver denari.

BAL.

È ver; ma fa da piangere, caro signor padrone,

Saper che in men d'un anno andò una possessione;

Saper che alla consorte...

CON.

Basta così, va via.

BAL.

La dote consumata... (camminando.)

CON.

Balestra, in cortesia.

BAL.

E per chi... (camminando.)

CON.

Ei! Balestra.

BAL.

Per una cicisbea... (camminando.)

CON.

Balestra, di che parli?

BAL.

Fra me la discorrea.

CON.

Vanne, impegna l'anello, e trova i sonatori,

E taci, ch'io bisogno non ho de' seccatori.

BAL.

Vi servo, e non vi secco. Madama Doralice

del vostro borsellino sarà la seccatrice. (parte.)

 

 

 

 


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