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CONT. |
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CON. |
Che comandate? (voltandosi.) |
CONT. |
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CON. |
Eccomi. |
CONT. |
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CON. |
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CONT. |
Vorrei, se la domanda è onesta, Saper per qual ragione dar vogliate una festa. Non dico che padrone di darla voi non siate, Ma l'uso vuol che sieno le mogli consultate. |
CON. |
Altra cagion, Contessa, non muove il genio mio, Che di goder gli amici sollecito desio. |
CONT. |
Anche la cena? |
CON. |
A pochi, dagli altri separati. |
CONT. |
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CON. |
Li sceglierete voi. |
CONT. |
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CON. |
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CONT. |
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CON. |
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CONT. |
Sì, sì. Di tutto il resto or son venuta in chiaro. La festa ed il convito son fatti per Madama; Per me non aspettate che inviti alcuna dama. |
CON. |
Contessa, in altro tempo andate ove volete; Non cerco se ci siete in casa o non ci siete: |
CONT. |
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CON. |
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CONT. |
Gelosa non son io del volto peregrino: Forse sarà Madama la peggio del festino; Ma son più di sei mesi che qui non è venuta: Quando m'incontra, o fugge, o appena mi saluta. Segno che nel vedermi poco piacer risente, Che l'amicizia vostra non è tanto innocente. |
CON. |
Che favellare è il vostro? che termini son questi, Indegni di una dama che ha sentimenti onesti? Rival d'una consorte dirsi non può colei, Cui tratto come sogliono trattare i pari miei. In casa, e fuor di casa, so fare il mio dovere, |
CONT. |
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CON. |