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CON. |
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BAR. |
Son serva. |
CON. |
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BAR. |
Che cosa? |
CON. |
Del festino |
BAR. |
Non siam privilegiate. |
CONT. |
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CON. |
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CONT. |
Il festino si fa? |
CON. |
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CONT. |
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CON. |
Li ho ritrovati. In vero, assai difficilmente. Signore, la Contessa di ciò non sapea niente. |
CONT. |
Pregate vi averei, come vi prego adesso. (freddamente.) |
BAR. |
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CONT. |
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BAR. |
(Verrò per suo dispetto). (da sé.) |
(Verrò per suo marito). (da sé.) |
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CON. |
Udite. Se il digiuno talor non vi dà pena, V'invita la Contessa a parchissima cena. |
BAR. |
A cena ancora? |
È troppo. |
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BAR. |
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Voi siete, per dir vero, la gentilezza istessa. (alla Contessa.) |
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CONT. |
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BAR. |
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La vostra compagnia. |
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CON. |
Si farà preparare in luogo confidente; Tra i suoni e le bottiglie staremo allegramente. |
BAR. |
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CONT. |
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CON. |
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BAR. |
Anzi sarà Madama il miglior condimento. |
Dove non vi è Madama, non vi è divertimento. |
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BAR. |
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Godremo, Contessina, la festa ed il convito. |
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CON. |
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BAR. |
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BAR. |
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(Di rabbia e gelosia). (partono accompagnate da tutti e due, ma il Conte le segue.) |
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CONT. |
Non so quel che mi faccia, non so se il mio dispetto Vada a sfogar altrove, o s'io mi ponga in letto. Vorrei dissimulare, ma estrema è la mia pena; Resister non mi fido al ballo ed alla cena. De' miei dolenti casi inteso è il padre mio; Da lui prudente e saggio tutto sperar poss'io. S'ha da trovar rimedio. Un dì s'ha da finire; Ma intanto la prudenza m'insegna a sofferire. Farò dei sforzi, e spero di superar l'affanno. Per una notte al fine... ma torna il mio tiranno. |